Costruttore ucciso, si esclude la rapina. Ma forse i killer volevano solo ferirlo

Tre colpi di pistola, ma con ogni probabilità non volevano ammazzarlo: Gerardo Vero è morto questa mattina all’ospedale Perrino per le complicazioni sopraggiunte dopo l’intervento chirurgico effettuato ieri sera all’ospedale Perrino. In un un primo tempo sembrava che non corresse pericolo di vita.

E’ stato ferito con colpi di pistola ieri sera nella sua abitazione di Tuturano mentre era davanti alla tv in compagnia del figlio.

Le indagini sono affidate ai poliziotti della Squadra mobile di Brindisi che battono anche la pista del regolamento di conti e che tengono solo marginalmente in considerazione l’ipotesi di una rapina: i killer, infatti, non hanno neppure tentato di portar via qualcosa dall’abitazione.

Due uomini, dopo aver scavalcato un muretto hanno fatto irruzione nella villetta di via delle Pesche e hanno sparato più di tre colpi di pistola che hanno colpito il costruttore alle gambe e al busto.

A chiedere l’intervento dei soccorritori il figlio Giuseppe, di 36 anni, anch’egli imprenditore edile.

Gerardo Vero è personaggio noto per la sua attività imprenditoriale, anche perchè coinvolto negli anni scorsi nel processo sulla tangentopoli brindisina: il 74enne fu prosciolto per prescrizione del reato dopo essere stato condannato in primo grado a due anni di reclusione per reati fiscali legati alla realizzazione di un complesso di case popolari a Tuturano attorno alla quale era girata, secondo l’accusa, una delle tangenti finite sotto la lente della magistratura.

Dieci anni fa era stato condannato anche a tre anni di reclusione per bancarotta fraudolenta e aveva trascorso un breve periodo in carcere.