Trentasette anni l’esplosione del P2T, una delle peggiori tragedie avvenute a Brindisi nel Dopoguerra

Trentasette anni fa una delle pià gravi tragedie che si ricordino a Brindisi. L’esplosione del P2T. La vogliamo ricordare con un pezzo di Brindisiweb e le foto pubblicate da Sergio Pizzi su Brindisini la mia gente

Trenta minuti dopo la mezzanotte tra il 7 e l’8 dicembre del 1977 una assordante deflagrazione svegliò tutti i brindisini. 
Per rendersi conto dell’accaduto fu sufficiente guardare il cielo illuminato dall’arancio intermittente tipico delle fiamme, altissime, per capire la causa e il luogo dell’esplosione: al Petrolchimico era successo qualcosa di grave. Il silenzio della notte, già spezzato dallo scoppio, in pochi minuti fu sostituito dal suono delle sirene delle ambulanze e dei vigili del fuoco.

Le fiamme dopo l’esplosione al P2T – foto Anna Kofol
Alla paura iniziale subentrò l’amarezza all’arrivo delle prime notizie: una fuga di gas nel reparto P2T della Montedison fu la causa dello scoppio e dell’incendio che distruttusse l’intero reparto di produzione dell’etilene e del propilene.

Si contarono cinquantadue feriti e tre morti, i leccesi Carlo Greco e Giovanni Palazzotto ed il brindisino Giuseppe Marulli, tecnici in turno nella sala controllo dell’unità produttiva, rimasti carbonizzati dalle fiamme e ritrovati sepolti sotto le macerie.
Il sacrificio di questi uomini e l”intervento coraggioso dei capiturno e di vigili del fuoco, che bloccarono tempestivamente i forni, le macchine e le condotte degli altri serbatoi di gas, evitò ulteriori perdite di vite umane e una sicura apocalisse: sarebbe bastato che l’esplosione e le fiamme avessero raggiunto i serbatoi di stoccaggio dell’etilene che l’intero petrolchimico e buona parte della città sarebbero saltati in aria. Eppure l’impianto ripartiva proprio quella sera dopo una fermata per manutenzione durata nove giorni.
Se da una parte vi furono solidarietà e dolore, dall’altra non mancarono gli atti di sciacallaggio, alcuni negozi del centro furono saccheggiati approfittando delle vetrine andate in frantumi dopo l’onda d’urto dell’esplosione.

Fu la notte dell’Immacolata più triste di sempre, non sarà mai più dimenticata. 
La fonte di vita dell’economia brindisina stava per trasformarsi in una tremenda causa di strage per tutti gli abitanti. Il primo lotto dello stabilimento fu realizzato nel 1962, costato circa 25 miliari di lire, è segnò per l’intera provincia il passaggio dall’era agricola a quella industriale.

La tragedia oltre a causare morti e feriti, provocò danni valutati per cento miliardi di lire e la caduta dell’intera economica brindisina. Già nelle settimane successive circa duemila lavoratori del Petrolchimico furono messi in cassa integrazione a rotazione e tanti furono i licenziamenti nelle numerose aziende dell’indotto.
Per ricostruire il reparto furono necessari anni di lotte sindacali e politiche.
Il ciclo di produzione del “Cracking” riprese nel marzo del 1993, dopo la cessione all’Eni dell’intero stabilimento.