Dopo circa tre anni si sono concluse le indagini di un’operazione tesa a bloccare ed identificare i responsabili di un traffico internazionale di animali da compagnia, nonché di maltrattamento di animali detenuti in condizioni incompatibili con la loro natura. Tale commercio illecito ha interessato principalmente le Province di Brindisi, Lecce, Bari e Taranto, oltre ad altre varie località del territorio nazionale. L’indagine è del corpo forestale di Ostuni,
L’indagine è scaturita a seguito di numerose denunce da parte di cittadini che dopo aver acquistato cuccioli, nella maggior parte dei casi da annunci in internet, vedevano il proprio animale morire per varie problematiche di salute, spesso gastroenteriti acute non più risolvibili per la loro gravità, con gli interventi dei medici veterinari.
Questo traffico, che aveva come base logistica una masseria sita in Ceglie Messapica (BR) ove i cani venivano detenuti in condizioni incompatibili perché causa di gravi sofferenze, portava gli animali dall’Europa dell’ Est direttamente o tramite alcuni centri di smistamento del napoletano. Dall’azienda dove erano custoditi, i cani, soprattutto di razze pregiate e rare quali Cavalier King, West Highland, Spitz Pomer, Akita, Maltese, Samoiedo, Bolognese, Chihuaha, Chow-Chow ecc., venivano poi fatti recapitare agli acquirenti.
Da una serie di appostamenti e pedinamenti è emerso che l’organizzazione, partendo dalle richieste di cuccioli che pervenivano provvedeva attraverso una responsabile a reperire quasi tutte le razze anche rarissime richieste: la trafficante era in grado di esaurire quasi tutte le richieste fatte dai privati attraverso le inserzioni sui svariati siti internet, al passaparola ed ai negozianti di animali compiacenti.
Per il commercio illegale la responsabile si era servita anche di attività organizzate sotto la veste di Associazioni Sportive con il falso scopo di propagandare, promuovere e sviluppare iniziative culturali e ricreative, in genere sportive e senza scopi di lucro: ciò in realtà era finalizzato a poter gestire in un luogo con parvenza lecita, animali da compagnia. La stessa oltre a falsi nomi e false località nelle inserzioni, utilizzava passaporti e documentazioni veterinarie falsi. La responsabile aveva fatto intestare anche ad alcuni cittadini extracomunitari varie utenze telefoniche mobili, indicate sui vari annunci internet, che venivano utilizzate per entrare in contatto con i potenziali acquirenti.
Nel corso delle indagini e dalle varie verifiche eseguite nella masseria utilizzata come base, è emerso che i cani, prematuramente separati dalle mamme, per poter affrontare i lunghi viaggi dai paesi di provenienza venivano narcotizzati ai limiti della sopravvivenza, ciò anche al fine di nascondeli ai controlli lungo il percorso (elemento anche questo causa di un alto tasso di mortalità).
Alla Signora C.S. di 60 anni, di Ceglie Messapica, sono stati contestati i reati di introduzione di cani privi di identificazione, traffico illecito di cuccioli provenienti dall’estero e di maltrattamento di animali.
Consistente il giro economico del traffico illecito, su cui, su disposizione della Procura della Repubblica di Brindisi indaga la Guardia di Finanza di Ostuni.