
Era scomparsa da 12 ore: la cercavano disperatamente la figlia, il marito, le amiche e la polizia. Alla fine è stata trovata dagli agenti del commissariato di Mesagne, nel cuore della notte, all’ultimo piano della palazzina che racchiude centinaia di tombe. Voleva probabilmente farla finita laddove sono sepolti i suoi congiunti, ma i poliziotti l’hanno convinta a desistere e i suoi parenti l’hanno potuta riabbracciare.
Quello che poteva essere un dramma e si è invece concluso solo con un grande spavento è iniziato nel pomeriggio di sabato. Alle 18,30 la figlia della donna si è presentata in commissariato disperata perché la madre era scomparsa da alcune ore e soprattutto preoccupata perché pare avesse manifestato più volte l’intenzione di farla finita.
Le ex colleghe, dal posto di lavoro in cui era impiegata sino a poco tempo fa, continuavano a tempestarla di telefonate e di messaggi. Il telefonino risultava libero ma la donna non rispondeva.
La polizia ha così avviato con la massima rapidità possibile le procedure di geolocalizzazione del cellulare della donna. Poco dopo la mezzanotte il telefonino è risultato trovarsi all’interno del cimitero di Mesagne. E’ iniziata così la corsa contro il tempo: non si poteva aspettare di rintracciare il custode per fare aprire i cancelli. Alcuni poliziotti hanno scavalcato il muro di cinta e si sono portati nella zona in cui si trovano le tombe dei congiunti della scomparsa, convinti che potesse aver deciso di portare a termine un progetto sconsiderato proprio lì.
Nei pressi della cappella di famiglia si trova un monumento funebre con loculi posizionati su diversi piani. Nel piano più alto gli agenti hanno notato la presenza di una sagoma nera seduta su un gradino di una scala. Con la massima cautela sono riusciti ad avvicinarsi alla donna e a tranquillizzarla, con il timore che potesse decidere di lanciarsi giù.
Ma i poliziotti sono riusciti a fare sì che si lasciasse avvicinare, tranquillizzare e riaccompagnare al piano terra dove l’attendevano i congiunti. All’1.30 l’incubo era finito.