Pensionato bruciato vivo dopo una notte di sesso a pagamento: in manette un marocchino

Un accordo su internet tra la vittima e il presunto omicida in un sito di incontri tra uomini, il viaggio della Sicilia sino alla Puglia per una serata di sesso a pagamento poi l’efferato omicidio, bruciando viva la vittima per portarle via quanto aveva incasa: è quanto accaduto nella notte tra l’8 e il 9 novembre del 2014 a Latiano, nella villetta di un pensionato 63enne, Cosimo Mastrogiovanni, che viveva solo, trovato poi carbonizzato il 13 novembre scorso. Una morte che per qualche ora fu ritenuta solo la conseguenza di un incidente domestico.

Per l’omicidio, pluriaggravato ed eseguito con crudeltà, oltre che per soppressione e vilipendio di cadavere, rapina e incendio, è stato sottoposto a fermo  dalla procura di Brindisi, a Catania, un cittadino marocchino di 32 anni, Zakaria Ismaini, regolarmente residente in Italia e ritenuto il responsabile di un altro omicidio, quello di una donna uccisa in Sicilia il 7 febbraio scorso.

Le indagini coordinate dal pm Giuseppe De Nozza e dal procuratore della Repubblica di Brindisi, Marco Dinapoli, sono partite dal ritrovamento del cadavere carbonizzato nell’abitazione alla periferia di Latiano, da parte di un acquirente dell’immobile che vi si era recato non avendo notizie del proprietario.

Il corpo era disteso tra il divano e il caminetto ma c’erano indizi che facevano ritenere che non fosse stato un incidente domestico o un suicidio. Non c’era infatti l’auto della vittima, solitamente parcheggiata nel cortile, ritrovata poi a Barletta nei pressi dell’abitazione di un altro cittadino marocchino che ha offerto ospitalità a Ismaini. Mancavano inoltre alcuni effetti personali.

La perizia medico legale, difficile per via delle condizioni del cadavere, ha accertato che la combustione era partita quando il 63enne era ancora vivo. È emerso poi dall’analisi delle celle cui si è agganciato il cellulare del fermato che costui era a Latiano in quelle ore e che vi era arrivato in pullman con un biglietto pagato dal 63enne. A quanto poi verificato, tramite intercettazioni telefoniche, Zakaria Ismaini, aveva manifestato l’intenzione di lasciare l’Italia per sfuggire alla cattura. Proprio il pericolo di fuga ha motivato il provvedimento di fermo emesso ed eseguito sabato scorso a Catania.