Dalle 14 i campi a Brindisi bruciano: forse l’opera di uno o più piromani

Non c’è pace per i vigili del fuoco di Brindisi. Non in questi giorni di settembre. L’estate è finita, il caldo torrido e secco ha ceduto il passo a venti e temperature più miti: gli incendi insomma, almeno quelli tra i campi, spesso innescati da incuria e disattenzione – anche solo da una cicca accesa lanciata dal finestrino di un’auto – dovrebbero essere solo un ricordo. O quasi.

Invece no. Focolai più o meno estesi di sterpaglie continuano a impegnare gli uomini del comando da mattina a sera. Minimo tre o quattro volte al giorno: con episodi la cui cadenza appare stranamente fissa e puntuale come un appuntamento: poco prima o poco dopo le 14 qualche campo brucia. Uno degli episodi più recenti e preoccupanti si è registrato ieri pomeriggio, alle 14 appunto, tra via Brandi e via Ciciriello. Un vasto rogo di sterpaglie ha lambito il Circolo tennis, costringendo i responsabili a evacuare campi da gioco e piscina. Per quasi due ore i pompieri hanno lavorato tra fiamme e fumo riuscendo a circoscrivere l’incendio a fatica, prima che il fronto del fuoco raggiungesse i capannoni. Oggi la storia si è ripetuta.

Solita ora, solita zona: quella industriale. Da mezzogiorno, per più di tre ore, gran parte dei mezzi a disposizione sono stati impegnati per domare un esteso rogo, ancora una volta di sterpaglie, che ha interessato i campi prossimi a via Enrico Fermi, poco distante dallo stabilimento Petrolchimico.

Pochi minuti prima che fosse lanciato l’allarme per questo intervento i vigili del fuoco erano stati chiamati da alcuni cittadini residenti alle spalle di via Materdomini. “Le fiamme avevano raggiunto le nostre abitazioni – racconta Angelo Ruggero – Io ero a lavoro quando mi ha chiamato mia madre terrorizzata. Abbiamo chiamato i vigili del fuoco e in attesa del loro arrivo abbiamo fatto quello che ci era possibile con acqua, secchi e padelle”.

Il costante rischio insomma è che questi focolai, tenendo costantemente impegnati i pompieri su più fronti, possano prima o poi lasciare “scoperte” oltre il dovuto determinate richieste d’aiuto per insufficienza di uomini e mezzi.
Il punto è che non sempre gli incendi che stanno mettendo a fuoco parte della perferia di Brindisi sono di natura accidentale. Non avrebbe senso. Non ora, non con questa frequenza e con questa puntualità. L’ipotesi che ci sia qualcuno, o più persone, che per ragioni di varia natura stanno appiccando le fiamme di proposito sta diventando ora dopo ora una certezza.
Una delle possibilità è che si tratti di uno o più piromani: cioè soggetti dall’accendino facile, che appiccano roghi per il solo gusto di farlo, perché affascinati dal fuoco, dalle sue conseguenze, dall’allarme creato.

Ma c’è un’altra pista non meno improbabile. Quella dei proprietari di terreni che, per sbarazzarsi di erbacce e sterpaglie senza troppe fatiche, danno fuoco ai campi. In alcuni casi lasciano che siano i vigili del fuoco a sbrigarsela. In altri perdono semplicemente il controllo del fronte del fuoco.

Al fine di prevenire simili conseguenze la legge prevede che ogni sindaco italiano emetta un’ordinanza, valevole dal 15 giugno al 15 settembre, con cui si intima ai proprietari di campi e terreni di tenere gli stessi “in ordine”, ripulendoli da quelle erbacce che, puntualmente, di estate si tramutano in cumuli di sterpaglie secche.
Stando alle cronache di questi giorni, non sembra che la regola imposta sia da tutti stata rispettata. Anzi. Eppure basterebbe usare il pugno di ferro, con controlli regolari e continui, per prevenire quanto sta accadendo durante questo settembre di fuoco. E scongiurare così il rischio di quelle conseguenze più gravi che fino ad ora, solo il lavoro dei vigili del fuoco ha evitato.