
Nessuna richiesta estorsiva, ma il tentativo di ottenere la restituzione di una cospicua somma di denaro prestata anni addietro e che gli era stata in parte restituita: in un’ora e mezzo di interrogatorio di garanzia, svoltosi nel carcere di giudiziario di Brindisi davanti al gip Maurizio Saso, Dario Guadalupi ha cercato di chiarire i fatti che lo hanno portato in cella con l’accusa di estorsione aggravata nei suoi confronti di un suo ex amico, avvocato civilista.
Assistito dal suo legale di fiducia, Mauro Masiello, Guadalupi ha raccontato che nel 2009 avrebbe prestato 10 mila euro alla persona che oggi lo accusa. Nel corso degli anni il legale gli avrebbe restituito solo il 50 per cento della somma nonostante le sollecitazioni ad estinguere il debito.
Qualche tempo fa i due, secondo il racconto di Guadalupi, si sarebbero incontrati per ridefinire l’ammontare della somma residua alla quale l’avvocato aveva chiesto di sottrarre una parte per una pratica che aveva seguìto per conto di Guadalupi. Avevano quindi concordato la restituzione, a rate, della cifra restante. Ma Guadalupi aveva finora ricevuto solo un acconto di 300 euro.
L’imprenditore arrestato ha negato di aver minacciato in qualsiasi modo la presunta vittima e di averla incontrato insieme a Livera e agli altri due arrestati, solo in un’occasione, nella quale i toni sarebbero stati per altro pacati.
L’arresto di Guadalupi è scattato sulla scorta della denuncia dell’avvocato, che sarebbe stata supportata da un collega di studio della stessa presunta vittima.
Il legale dell’arrestato, Masiello, ha presentato istanza di concessione di arresti domiciliari ma con ogni probabilità, a prescindere dalle decisioni del giudice, avanzerà richiesta di scarcerazione al Tribunale del Riesame. La difesa è impegnata a recuperare le tracce del prelievo di 10 mila euro, effettuato nel lontano 2009, che dimostrerebbe l’attendibilità delle sue dichiarazioni.