Ultima possibilità, remota, di rendere giustizia a una “martire” della storia recente, una ragazza bruciata viva perché non voleva prostituirsi e i cui assassino non sono mai stati catturati.
Si è celebrata stamani dinanzi al gip Tea Verderosa l’udienza camerale per discutere l’opposizione all’archiviazione della inchiesta ‘bis’ sulla morte di Palmina Martinelli, 14enne bruciata viva a Fasano (Brindisi) l’11 novembre 1981. La procura di Brindisi sostiene la tesi secondo cui “è ragionevole ritenere che si trattò di un omicidio”, ma il procuratore capo Marco Dinapoli e il pm Iolanda Daniela Chimienti, titolari del fascicolo, ritengono che ciò non basti per poter formulare una richiesta di rinvio a giudizio. Gli indizi di reato emersi, in merito al delitto, sono infatti riferibili – secondo i pm – a persone già giudicate a assolte dalla Cassazione e quindi non più processabili.
Il caso è stato riaperto su denuncia contro ignoti formulata nell’ottobre 2012 dalla sorella di Palmina, Giacomina Martinelli, assistita dall’avv. Stefano Chiriatti che ha allegato alla stessa una perizia dell’anatomopatologo Vittorio Pesce Delfino, che ha utilizzato recenti tecniche di analisi di immagine computerizzata, sulle ustioni di Palmina.
”Il volto di Palmina era protetto – scrive tra l’altro Pesce Delfino – con entrambe le mani prima dello sviluppo della vampata e quindi dell’innesco dell’incendio. L’incendio fu quindi provocato da altri”, impostazione condivisa dalla procura che ha anche fatto eseguire una perizia grafologica su un biglietto scritto da Palmina che appura che fu modificato da altri. Secondo quanto sempre sostenuto dall’accusa, originariamente sostenuta dal pm Nicola Magrone che si è poi a lungo battuto perché la verità venisse accertata, Palmina fu uccisa perché aveva rifiutato di entrare in un giro di prostituzione gestito dai fratellastri.
Nel corso delle indagini, riavviate dopo più di trent’anni dai fatti, sono state inoltre ascoltate numerose persone, tra cui una ex compagna di scuola di Palmina, mai interrogata perché trasferitasi in Germania subito dopo i fatti.
Il giudice si è riservato di decidere sulle osservazioni della parte offesa che ritiene invece che vi sia ancora margine per indagare e che chiede di giungere a individuare i responsabili di quel delitto.