
Le misure italiane non sono state sufficienti, fino a questo momento, a impedire la diffusione della peste degli ulivi. E poiche’ il tesoro di Puglia e’ a rischio, mentre a Oria (Brindisi) prende avvio il monitoraggio delle piante e ci si appresta a avviare le eradicazioni, da Bruxelles giunge la notizia che tra giovedi’ e venerdi’ prossimi la Commissione Ue presentera’ nuove misure per combattere l’epidemia di Xylella. Per giungere a una decisione, attesa per fine aprile, si dovra’ pero’ attendere un ulteriore parere dell’Efsa.
Nel tacco d’Italia, intanto, si procede senza sosta con l’attuazione del piano Silletti che partendo dal Brindisino prevede interventi in tutto il Salento. Un programma che e’ all’esame della Commissione Ue, a quanto riferisce il portavoce del commissario alla Salute, Vytenis Andriukaitis. Le piante infette vengono marchiate con vernice rossa, si stanno predisponendo analisi che vengono effettuate da tecnici fitosanitari della Regione Puglia, insieme a tecnici del Consorzio di Difesa e Valorizzazione delle Produzioni Agricole di Brindisi e agenti della Guardia Forestale, per poi dare avvio alle prime eradicazioni delle piante. Proprio quelle sui cui tronchi ruvidi e’ stato apposta una “x” che indica il contagio.
“La Commissione – ha fatto sapere il portavoce del commissario europeo – e’ molto preoccupata”. Ma non e’ la sola. Lo sono gli agricoltori, lo e’ la societa’ civile e perfino i parroci che il prossimo 30 marzo si ritroveranno al Capo di Leuca, alla punta estrema della Puglia, per pregare per gli ulivi, patrimonio inestimabile che e’ esposto a un pericolo immane e che rivendica una tutela su cui i tecnici e le istituzioni sono al lavoro da tempo.
Da Bruxelles arriva anche un’altra certezza. E cioe’ che le “piante malate devono essere eradicate, perche’ ci sono piante colpite dalla Xylella che stanno morendo”. Ma si sta lavorando all’adozione di nuove misure, ad esempio l’estensione della zona cuscinetto, azioni piu’ mirate in alcune aree di contenimento e una stretta ai movimenti di piante vive. C’e’ poi una problematica di non poco conto da dover affrontare in chiave europea: la normativa attualmente “non consente un indennizzo degli agricoltori per l’abbattimento degli alberi colpiti”, batosta per l’economia agricola pugliese per cui – riferisce una fonte della Commissione europea – bisognerebbe rivedere la legislazione sulla copertura delle perdite finanziarie a lungo termine”.
C’e’ poi chi, come Peacelink Taranto, insieme ad altre associazioni che lottano per la difesa degli ulivi nel Salento, sostiene che “non c’e’ certezza scientifica che affermi che sia la Xylella la responsabile primaria del disseccamento rapido degli ulivi”. Potrebbe essere colpa di un fungo e il gabinetto del Commissario, ha fatto rilevare Antonia Battaglia, presidente di Peacelink Taranto, “e’ stato informato del successo riscontrato dalla cura per il patogeno fungino. Piu’ di 500 ulivi sono guariti”. Il direttivo Isde (Medici per l’Ambiente) di Taranto esprime preoccupazione per la decisione delle istituzioni “di fare uso massiccio di pesticidi” e auspicano la corretta applicazione di metodi di prevenzione con “l’uso di metodi tradizionali, biologici ed ecosostenibili”.