
Personale della Sezione di Polizia Giudiziaria del Corpo Forestale dello Stato ha dato esecuzione al Decreto di sequestro preventivo emesso dal gip del Tribunale di Brindisi, Paola Liaci, su richiesta del pm Marco D’Agostino, relativo a 18 immobili di lusso ubicato in località Bufalaria, territorio del comune di Carovigno, zona che riveste un indiscutibile interesse turistico/residenziale, in quanto essa si estende su di un territorio collinare (posto a 54/60 metri sul livello del mare), immerso nella quiete degli olivi secolari, a poca distanza dalla Riserva Naturale di Stato di Torre Guaceto. Per le sue caratteristiche la zona ha attirato nel corso degli ultimi anni l’attenzione del mercato immobiliare, tanto che nell’area in esame nell’ultimo biennio sono stati edificati e sono in fase di edificazione numerosi immobili con o senza piscina e vi sono ulteriori progetti per la realizzazione di nuovi fabbricati.
Nel corso del tempo, a conferma del pregio della zona, sono stati monitorati da parte della Polizia giudiziaria che ha condotto le indagini, diversi annunci comparsi su riviste specializzate e su siti internet dedicati al mercato immobiliare, nei quali gli immobili venivano proposti al prezzo di vendita che oscillavano fra i 295.000 e 500.000 euro, mentre i terreni con i progetti edificatori approvati venivano proposti ad € 95.000.
L’indagine ha avuto inizio a seguito di alcuni sopralluoghi effettuati da parte della Polizia Giudiziaria all’interno di alcune ville, le quali, si evidenzia sono state tutte edificate su di un’area ricadente, secondo lo strumento urbanistico vigente in zona omogenea E, ovvero in zona destinata ad usi agricoli, nelle quali sono consentite le costruzioni a servizio diretto dell’agricoltura, oppure costruzioni adibite alla conservazione o trasformazione dei prodotti agricoli, annesse ad aziende agricole che lavorano prodotti propri.
Il luogo, come già ampiamente accennato, ha attirato nel corso degli ultimi anni l’attenzione di operatori e professionisti del settore, che in cooperazione con tecnici comunali, hanno predisposto e realizzato una trasformazione urbanistica del territorio sia mediante frazionamento (acquisto e vendita di una serie di lotti di terreno), sia attraverso la edificazione materiale di manufatti destinati univocamente, per caratteristiche costruttive degli immobile e delle opere di urbanizzazione, per i materiali realizzati e per la predisposizione di arredi e finiture di pregio, a residenza estiva e/o di seconda casa, il tutto in violazione alle normative di settore.
I soggetti destinatari dei provvedimento di sequestro sono 68 (ex ed attuali proprietari degli immobili, ditte esecutrici dei lavori di costruzione, tecnici comunali), di cui la maggior parte residente al centro – nord Italia, ai quali, nelle loro rispettive qualità, viene sostanzialmente contestata una trasformazione urbanistica conseguente ad una illecita prassi amministrativa ed edificatoria costituita da fraudolente concertazioni tra committenti (che intendevano realizzare seconde case estive), i progettisti (che fornivano lo strumento tecnico, spesso non aderente alle reali intenzioni edificatorie, nella consapevolezza che nessuna attività agricola di coltivazione era praticata sui fondi interessati, che nessuna relazione diretta vi fosse fra edificio e conduzione del fondo e che nessuna compatibilità urbanistica e paesistica vi fosse fra le opere e l’area oggetto di intervento) e gli amministratori comunali (che, pur in assenza dei requisiti di legge, garantivano il conseguimento di permessi a costruire ed autorizzazioni paesaggistiche sulla base di procedimenti amministrativi carenti nelle istruttorie e tutti uguali sia nei contenuti che nei provvedimenti conclusivi e omettevano di vigilare su un fenomeno che per vastità, numero di pratiche edilizie e numero di interventi, non poteva che essere constatato ed interrotto), con conseguente destinazione dell’area da agricola pura a turistico – residenziale ad aggravio del carico urbanistico in zona agricola non urbanizzata o non sufficientemente urbanizzata, il tutto in assenza di un piano esecutivo e di una convenzione lottizzatoria.
Il valore dei beni sottoposti a sequestro è stato quantificato, per difetto, in circa cinque milioni e mezzo di euro.
RETTIFICA – Per errore a corredo della prima stesura dell’articolo era stata pubblicata la foto di una struttura ricettiva che non è interessata da alcun provvedimento della magistratura e non ha nulla a che vedere con i fatti narrati. Ce ne scusiamo con gli interessati e con i lettori.