“Signor giudice, siamo rapinatori perché disoccupati”

“Signor giudice, non abbiamo un euro in tasca. Per questo abbiamo tentato di rapinare il gioielliere”: si sono difesi così Stefano Pennetta e Cosimo Margherita, i due giovani brindisini che sabato hanno tentato il colpo nell’oreficeria Giove ma che per loro sfortuna hanno dovuto fare i conti con la pronta reazione della titolare, con il revolver estratto dal marito e con le porte a bussola antirapina nelle quali sono rimasti prigionieri prima dell’arrivo della polizia.
Pennetta e Margherita sono stati interrogati dal gip nella casa circondariale di Brindisi dove sono rinchiusi per tentata rapina aggravata.
I due il giorno prima avevano effettuato un sopralluogo, poi uno di loro aveva tentato di conquistarsi la fiducia dei due orefici portando una catenina da riparare. Quindi il sabato mattina avevano fatto irruzione coltello alla mano. Erano a volto scoperto e anche nel caso in cui il colpo fosse riuscito avrebbero ben poche speranze di non essere identificati, viste la presenza di un sistema di videoregistrazione e le numerose foto segnaletiche che i due hanno già accumulato nei terminali delle forze dell’ordine.
“Siamo disoccupati da anni e non riusciamo ad andare avanti”, è stata la spiegazione del gesto che, ovviamente, non consentirà loro di avere uno sconto per una condanna che appare sicura.
(Nelle foto da sinistra Pennetta e Margherita)