
Il tribunale del Riesame ha concesso gli arresti domiciliari all’ex sindaco di Cellino San Marco Francesco Cascione e agli altri indagati che erano finiti in carcere. Accolta parzialmente l’istanza presentata dagli avvocati Massimo Manfreda e Giuseppe Guastella. Cascione era in carcere dal 10 aprile scorso con l’accusa di aver percepito tangenti sugli appalti.
Tutti coloro che si trovavano in carcere sono stati posti ai domiciliari, scarcerati gli imprenditori con cui sarebbe stato gestito un giro di mazzette negli appalti pubblici del Comune, commissariato per mafia un anno fa. Per loro è stato disposto l’obbligo di firma.
Tornano quindi a casa: Omero Molendini, il banchiere in servizio a Lizzanello pure finito in cella, colui che è ritenuto il più fedele collaboratore di Cascione; Corrado Prisco, 50 anni, ex vicesindaco, Gianfranco Pezzuto, 38 anni, gli ex assessori Gabriele Elia, e Gianfranco Quarta. Liberi: Angelo Diego Lippolis, 41 anni di Noci, Antonio Vincenzo Fasiello, 61 anni di Vernole (ex consulente del tribunale civile di Lecce), Alfredo Bruno Bruno, 58 anni, di Calimera,
Domani toccherà a Tommaso Ricchiuto, imprenditore salentino di 70 anni, Giuseppe Gigante, 56 anni di San Pietro Vernotico, di Francesco Francavilla, 35 anni, (difeso dall’avvocato Ladislao Massari). Le difese sono sostenute anche da Massimo Manfreda, Giuseppe Guastella (per Cascione), Giancarlo Camassa, Rosario Almiento e Alessandro Dellorusso, Rosalba Gatto, Samuel Politi, Raffaele Antonio Fatano, Giuseppe Leone, Vincenzo Farina, Angelo Pallara, Viola Messa e Samuele Leo.