Ladri sul litorale, ormai organizzati militarmente: ecco come si muovono e come si può fermarli

Un tempo gli unici rischi li correvano le coppiette che si appartavano vicino al mare. La zona era infatti praticata da “voyeur”, alcuni dei quali erano arrivati persino a praticare dei fori nella vecchia torre per osservare “al sicuro” le evoluzioni amorose nelle auto parcheggiate nei dintorni. Ora la litoranea a nord di Brindisi, da Punta Penne a Penna Grossa è diventata territorio di conquista per topi d’auto che, quotidianamente, danneggiano le vetture parcheggiate, rovistano negli abitacoli, rubano tutto ciò che possono e anche ciò che non può essere rivenduto.
Secondo fonti di polizia, esiste una vera e propria spartizione militare delle zone. Nella fascia di costa che va dalla Torre di Punta Penne sino alla spiaggia dei vigili del fuoco operano tre ladri che si muovono singolarmente. E altri “topi” gestiscono zone ben precise senza intralciarsi gli uni con gli altri.
Le loro azioni sono totalmente distruttive perché non perdono neanche tempo a cercare di forzare le serrature: sfondano i lunotti, o se si é “fortunati”, solo i finestrini laterali. E le ripuliscono.
Le operazioni sono precedute dalla staffetta di un uomo di mezza età che viaggia a bordo di un’auto di media cilindrata e che segnala la presenza di vetture parcheggiate. Poi si apposta seguendo gli spostamenti di chi parcheggia e va a fare una passeggiata a piedi sul mare mentre gli altri agiscono indisturbati.
La zona di Punta Penne è diventata terra di conquista ancor di più da quando è stata creata la riserva di Punta del Serrone. Chi vuole fare due passi nel parco lascia l’auto davanti alla staccionata che si trova prima della torre e dove è stata collocata una telecamera. A quel punto le vetture, lasciate incustodite, sono una manna dal cielo per i ladri.
Decine di furti, più di uno al giorno di media. E andando verso nord non va meglio. Nella zona di Apani e fino a Penna Grossa.
Si può immaginare cosa potrà succedere tra qualche settimana quando le spiagge cominceranno ad affollarsi e arriveranno i primi turisti che, poco avvezzi alla prudenza, lasceranno in macchina attrezzature fotografiche, borse, documenti e abbigliamento.
Sarebbero due i provvedimenti da prendere prima che la situazione diventi ancor più critica, oltre che naturalmente sperare in una presenza più massiccia di pattuglie in zona, anche con auto civetta e in abiti civili: la prima, l’utilizzo della videosorveglianza della zona che è costata centomila euro euro. Non si può pensare di usare le telecamere solo per tutelare il parco ed evitare che vengano danneggiati pontili e panchine e non per preservare chi parcheggia l’auto.
Secondo provvedimento, probabilmente poco gradevole per l’immagine della città ma efficace, potrebbe essere quello di collocare una segnaletica che avvisi chi parcheggia la vettura di non lasciare oggetti di valore nell’auto. Sarebbe un pugno nell’occhio? Probabilmente, ma non sarebbe peggio che centinaia di turisti i quali ogni anno lasciano Brindisi quasi in mutande e con il desiderio di non sentire più parlare di questa città.