Fabio e Mingo, un ex pm brindisino indaga sul caso del falso avvocato: ecco perché i due sono stati “ripudiati” da Ricci

Stavolta il provolone lo ha (virtualmente) consegnato loro colui il quale li ha “inventati”: Antonio Ricci, il papà di Striscia, avrebbe depositato presso la procura di Bari una denuncia per truffa contro Fabio De Nunzio e Mingo De Pasquale, per aver proposto servizi inventati percependo compensi veri. Una seconda denuncia sarebbe stata depositata dalla società che produce “Striscia la notizia”.
L’inchiesta barese è coordinata dal sostituto procuratore Isabella Ginefra, un magistrato per lungo tempo in servizio a Brindisi dove si è occupata di vicende molto delicate, come l’indagine sulla morte dei due finanzieri. Ed è stata un’inchiesta casuale quella che ha portato al licenziamento in tronco di Fabio e Mingo a Striscia. La Procura, dopo la messa in onda di un servizio su un falso avvocato, ha aperto un fascicolo, pare su richiesta dell’Ordine, con l’obiettivo di individuare e punire l’imbroglione.
Ma le indagini sarebbero arrivate alla conclusione che il presunto falso avvocato, mandato in onda con il volto nascosto, in realtà sarebbe stato un attore, complice di Fabio e Mingo.
La Procura ha così invitato la redazione di Striscia a fornire chiarimenti e qui pare siano caduti dalle nuvole, sostenendo che non sapevano si trattasse di un servizio fasullo. Mediaset ha inviato immediatamente i suoi legali a Bari chiedendo l’accesso agli atti giudiziari che è stato però loro negato. Striscia ha così aperto una sua inchiesta interna, venendo a scoprire che non solo la storia del finto avvocato era farlocca, ma che anche altre – prodotte dal duo più famoso del tg satirico – erano inventate, come quella di una cartomante sudamericana.
A questo punto Ricci, ritrovandosi in casa sua ciò che da decenni combatte all’esterno, avrebbe deciso il licenziamento immediato di Fabio e Mingo affidando il messaggio al suo pupazzo-simbolo: il Gabibbo. Pare che neanche Ficarra e Picone, che conducevano quella sera il tg satirico, fossero a conoscenza di quello che l’attore che dà la voce al pupazzo avrebbe detto.
Fabio e Mingo nei giorni successivi hanno chiesto più volte di incontrare Ricci ma sono sempre stati respinti. I legali di Mediaset hanno invece presentato contro di loro due denunce, a nome della società che produce Striscia e dello stesso Ricci, in cui si ipotizza il reato di truffa. I due inviati avevano infatti un contratto che prevedeva uno stipendio fisso più un bonus per i singoli servizi andati in onda. Avrebbero dunque percepito denaro dalla loro azienda per servizi inventati.
Ora la palla passa in mano alla Procura mentre loro, Fabio e Mingo (dalla parte dei quali si sono schierati migliaia di spettatori) si dicono sconcertati per il loro licenziamento e pronti a spiegare tutto. Striscia nel frattempo pensa già a sostituirli e ha ingaggiato l’ex cuoco barese di Masterchef Almo Bibolotti che dovrà occuparsi di truffe alimentari. Potrebbe cominciare dai provoloni.