I contrabbandieri al telefono: “Se ci prendono così ci portano in galera”

Parlavano tanto al telefono i 40 indagati arrestati questa mattina dalla Guardia di Finanza per aver cercato di riportare agli antichi splendori il business del contrabbando a Brindisi. Parlavano tanto, pur sospettando di essere ascoltati da altre orecchie: quelle dello Stato, delle forze dell’ordine. E per questo, per mera cautela, evitavano – ma non sempre – di utilizzare un linguaggio diretto, esplicito, quando oggetto della conversazione era il traffico di sigarette.

Un linguaggio “criptato”, che i finanzieri all’ascolto hanno tuttavia saputo interpretare e decifrare senza troppe difficoltà. A tradire gli intercettati, una serie di termini del tutto fuori contesto, spesso perfino privi di senso. Come quando Paolo Ferrara, ritenuto assieme a Rocco Conserva il capo della nuova organizzazione, parla di “pesci”, “macchine”, “cose”, di “cosce di prosciutto”. Ma a volte sfuggono anche termini più appropriati a contrabbandieri, come “cassa” e “cartone”. Parlano di “terreni” e di “terre da comprare”, di “barche”, “pesca”, “bussola” e “raccolto”.

Le conversazioni vengono captate anche nei periodi dei sequestri, dei motoscafi intercettati con i loro carichi di sigarette, degli arresti. Per non far trasparire il loro interesse alla faccenda gli indagati, discorrendo delle vicende in questione, fanno cenno al lavoro di certe “imprese di pulizia” che, secondo gli investigatori, altro non sono le forze dell’ordine.

Ma gli “alias” vanno a farsi benedire quando le intercettazioni, anziché telefoniche, sono ambientali, captate in una delle barche utilizzate dall’organizzazione, nella quale i finanzieri sono riusciti a nascondere le loro “cimici”.

Così è possibile ascoltare Paolo Ferrara, Mario Nitti e Antimo Cesaria discutere della sistamzione del carico di sigarette durante il trasporto da una sponda all’altra dell’Adriatico il 17 dicembre 2012.

FERRARA: C’è lo spazio qui Mario. Cento ne devono andare. Eh? Dici di no?
NITTI: L’essenziale è che la barca cammini bene
FERRARA: Adesso le devo provare tutte dentro. Anche se mi serve una stiva qui dentro.
FERRARA: Adesso dobbiamo togliere di la. Le dobbiamo lasciare a terra, quando sta vuota. Stasera dobbiamo provare, così vediamo quante ne vanno.

In quella stessa occasione i tre discutono di un precedente sequestro di sigarette e natante. Per Ferraro non c’erano i presupposti giuridici per procedere al sequestro. Cesaria è dello stesso parere. Per lui la barca sequestrata il 4 dicembre 2012 non aveva le caratteristiche del motoscafo da contrabbando, a differenza di quella su cui si trovavano in quel momento.

CESARIA: Pizza se ci fermano così in galera ci portano. I morti vostri. Stava piena di sedili (la barca sequestrata il 4 dicembre, ndr). Io posso capire questa, ma non quella.