E spunta un’altra inchiesta: l’ex presidente del Brindisi e alcuni ultras chiedevano ai giocatori di perdere le partite. Il nuovo anno zero del calcio biancazzurro

Non bastasse il terremoto che questa mattina all’alba ha sconquassato ciò che restava del calcio brindisino, trasferendo in carcere l’intero pacchetto dirigenziale del club biancazzurro, viene alla luce una seconda inchiesta – precedente a quella che ha portato alla cattura di Flora & co. – dalla quale emerge lo stato patologico del pallone. Probabilmente anche in altre realtà la situazione è altrettanto “malata”, ma fa un certo effetto trovare in ulteriore fascicolo giudiziario il nome di un altro ex presidente del Brindisi, di due calciatori e tre tifosi.
I tifosi e l’ex presidente avrebbero chiesto addirittura ad alcuni giocatori di far perdere al Brindisi alcune partite.
Sei avvisi di conclusione delle indagini sono stati notificati dalla Digos della questura di Brindisi a firma del pm Savina Toscani. Si tratta di un’inchiesta riguardante due presunti tentativi di “combine” e anche una serie di condotte intimidatorie verificatesi negli anni passati.
I nomi sono quelli di Roberto Quarta, presidente del Brindisi nel 2011, i calciatori Savino Daleno e Massimo Pollidori, gli ultras Francesco Margherito, detto “Lalla”, Alessio De Iudicibus e Francesco Galluzzo.
Due gli episodi attribuiti a Roberto Quarta. Il primo, verificatosi il 18 novembre 2011, quando Quarta – ormai defenestrato dai vertici del Brindisi – entrò nello spogliatoio intimando “con fare aggressivo e atteggiamento intimidatorio” al neo allenatore Enzo Maiuri di lasciare la squadra sostenendo che non fosse legittimato a ricoprire quell’incarico.
Il secondo il mese successivo, nel dicembre 2011, quando avrebbe contattato il giocatore Umberto Prisco (che vestiva la maglia del Brindisi) chiedendogli di non impegnarsi nella successiva partita che i biancazzurri avrebbero dovuto giocare a Grottaglie, mostrandogli un prospetto con i compensi degli altri giocatori e facendogli capire che avrebbe avuto la possibilità di guadagni se gli avesse fatto quel “favore personale. Domenica mettiti là e non fare niente, fammi una cortesia, non fare gol”. Prisco invece raccontò tutto al suo allenatore Maiuri, fu mandato in campo e segnò. Il Brindisi vinse 1-3.
Non solo l’ex presidente cercava di far perdere il Brindisi, ma persino alcuni suoi tifosi: Francesco Margherito e Alessio De Iudicibus, secondo le indagini condotte dalla Digos, con la complicità di Daleno e Pollidori, all’epoca calciatori del Matera (e che guardacaso quest’anno erano addetto al mercato e capitano del Brindisi), proposero somme di denaro ai giocatori del Brindisi Mirko Guadalupi e Nando Galetti per “far perdere la squadra nella partita contro il Matera per garantire alla formazione lucana la permanenza in serie D”. L’obiettivo, guarda un po’, era quello di danneggiare la società del Brindisi Calcio favorendo il passaggio delle quote a un imprenditore barese che bramava per diventare il nuovo presidente del Brindisi: Antonio Flora.
Guadalupi e Galetti rifiutarono il denaro e disputarono una grande partita, tanto che il Brindisi espugnò lo stadio di Matera.
Un altro ultra, Francesco Galluzzo, è finito invece tra gli indagati per aver minacciato di morte l’allora presidente del Brindisi Giuseppe Roma, proferendo le seguenti frasi: “Se non mollate tutto vi spacco la testa a tutti e tre (riferendosi agli altri due dirigenti, ndr), cornuto, bastardo. Sappiamo dove siete, veniamo a prendervi da casa, dovete sparire da Brindisi. Se non ve ne andate e lasciate il pallone, vi spacchiamo la testa a quattro, vi facciamo saltare in aria, vi uccidiamo e vi gettiamo in un pozzo”.
Tutto ciò, per favorire l’arrivo di Flora a Brindisi. Oggi sappiamo com’è finita nel giorno che può essere considerato il nuovo anno zero del calcio biancazzurro.