Da Carmelo Deviciente, a nome della sua famiglia, riceviamo e pubblichiamo questa lettera con cui ci chiede di divulgare ciò che è accaduto al padre, ricoverato presso l’ospedale Perrino di Brindisi.
Questioni disumane presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Perrino di Brindisi, trattati in condizioni non descrivibili. In data 24.02.2015 alle ore 11,00 si richiedeva l’intervento del 118 in quanto vi erano dei problemi a nostro padre.
Il centralino del 118 comunicava che bisognava attendeva l’arrivo dell’autombulanza dall’Ospedale di Mesagne in quanto nella città di Brindisi non vi erano autombulanze disponibili. La stessa arrivava alle ore 11,30, il medico viste le condizioni dell’ammalato,decideva di accompagnare nostro padre presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Brindisi. Giunti presso la predetta struttura ospedaliera, alle ore 11,40, veniva (buttato) come un sacco sopra una barella e registrato all’accettazione ad opera di un’infermiera come codice giallo quindi si restava in attesa senza sottoporlo ad alcuna terapia ne accertamenti in quanto in attesa di essere visitato dal medico di turno al predetto Pronto soccorso.
Non curanti dell’età 77 anni, le condizioni di salute (cardiopatico, diabetico e insufficienza renale) non veniva data alcuna assistenza ne controlli circa la diabete. Dopo varie lamentele un’infermiera di turno riferiva che bisognava attendere il proprio turno. Alle ore 14,30 circa a seguito delle condizioni e della barella di piccole dimensioni il predetto genitore riportava delle escoriazioni alla caviglia e gamba, perdendo del sangue. Veniva allarmata nuovamente l’infermiera di turno la quale si rivolgeva con arroganza e riferiva che bisognava attendere.
Lamentavamo alla stessa che non erano condizioni in cui una persona di una certa età e problemi di salute gravi non poteva attendere tanto tempo e tantomeno senza effettuare accertamenti dei valori del diabete, e non veniva data alcuna risposta in merito. Ci siamo recati per la prima volta presso la Direzione Sanitaria del predetto nosocomio dove gli stessi riferivano che si sarebbero accertati a tale situazione ma non veniva risolto nulla. Alle successive ore 15,00 veniva finalmente visitato dal medico di turno il quale prescriveva gli accertamenti presso la radiologia (per radiografia addome), si attendeva circa 15 minuti e dopo altre insistenze veniva sottoposto a tale accertamento.
Il predetto genitore non veniva sottoposto per nessun motivo all’accertamento dell’esame del diabeterimanendo a digiuno. Successivamente alle ore 18,00 veniva richiesto l’accertamento sanitario presso il reparto di Chirurgia dove il medico di turno a quel reparto prescriveva la TAC. Quindi si ritornava presso il pronto soccorso per attendere sino alle ore 20,00 l’esame della TAC, terminato tale esame si ritornava presso il pronto Soccorso e intorno alle 21,00 circa si decideva di procedere al ricovero preso il reparto di Chirurgia ma anche qui dopo numerosi solleciti in quanto non volevano accettarlo in quanto riferivano che non vi era posto e non vi era il caso di ricoverarlo, provvedevano al ricovero.
Alle 22,00 circa decidevano dopo altri tentativi di capire la situazione che dovevano operarlo d’urgenza. Operato durante la notte il predetto genitore veniva trasferito in Rianimazione dove vi rimaneva sino alle ore 13,20 del 25.03.2015 dopo vari tentativi di salvarlo veniva dichiarato morto. Voglio riferire quanto sopra indicato la sofferenza patita presso la struttura del Pronto soccorso un’agonia di circa 9 ore per poi decidere cosa fare, senza tenere sotto controllo il paziente ne fornire assistenza, ne tantomeno controllare i vari parametri del Diabete, la quale alle ore 20,00 era scesa sino a 45 (quasi coma diabietivo).
Non è possibile essere trattati in queste condizioni disumane questo perchè non è il primo ne l’ultimo caso di malasanità, menefreghismo totale. Presso l’accettazione non è ammissibile che vi fossero degli infermieri ad accettare le persone le quali non stanno bene in quanto materialmente non sono competenti perchè secondo il mio parere ci deve essere un medico e prendere le decisioni dovute catalogando il rispettivo codice attribuibile.
I cittadini che hanno subito analogo trattamento che si ribellino anche loro e far capire a chi deve prendere i dovuti provvedimenti a darsi una regola ben precisa circa le situazioni.—
Questo perché altra gente non debba patire tale sofferenza in seguito.
Grazie anticipatamente per la divulgazione
Famiglia Deviciente