Profughi derubati durante i soccorsi: a giudizio otto marò del San Marco

Saranno processati dal Tribunale militare di Napoli 8 uomini della Marina imputati a vario titolo con l’accusa di aver derubato nel 2013 una cinquantina di profughi siriani a bordo della nave “Chimera” che li aveva appena soccorsi nel Canale di Sicilia, nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum. Lo ha disposto il gup Stanislao Saeli, che ha fissato la prima udienza per il 29 settembre, accogliendo la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal Pm Marina Mazzella.

I fatti risalgono alla notte tra il 25 e il 26 ottobre di due anni fa quando un gruppo di immigrati siriani, alla deriva in acque internazionali, fu imbarcato dalla nave “Chimera”, che aveva a bordo gli uomini in servizio alla Brigata S. Marco, II reggimento di Brindisi. Ai profughi sarebbero stati sottratti contante per 34.850 euro e 26.354 dollari americani, e vari oggetti preziosi, tra fedi nuziali, ciondoli e collane. Appena sbarcati, i avevno chiesto invano la restituzione delle loro cose e avevano poi presentato una denuncia alla Procura di Agrigento, che aveva avviato le indagini. Poi ospitati in un centro di accoglienza di Geraci Siculo (Palermo), i profughi,su richiesta del sindaco, Bartolo Vienna, sono stati assistiti gratuitamente dall’avvocato Guido Bellanca. A giudizio un sottufficiale del reparto, che risponde di peculato militare pluriaggravato e mancata consegna, e altri 7 militari, imputati solo di mancata consegna.