Carbonizzato nella sua auto, il mistero sulla morte del pensionato difficile da risolvere

Non sarà semplice capire se la morte di Luciano Urso, il pensionato di 60 anni trovato carbonizzato nella sua auto nei pressi di Rosa Marina, sia stata volontaria o se invece dietro quella fine orribile ci sia una storia diversa. Il corpo dell’ostunese che da poco era rientrato dalla Germania è a disposizione del medico legale Antonio Carusi che effettuerà l’esame autoptico. Le condizioni con cui si trovano i resti di Urso, rimasti per ore nelle auto in fiamme e scoperti quando ormai l’incendio aveva consumato completamente la sua vettura, non consentiranno una semplice soluzione del giallo.
I carabinieri sin dal primo momento hanno ipotizzato che si sia trattato di un suicidio. Ma la scelta di bruciarsi vivo, procurandosi una morte lunga e orribile, non è frequente. Nè il pensionato era considerato in una situazione mentale che potesse far pensare ai parenti che ci fosse la possibilità di un gesto del genere.
Del resto l’uomo conduceva una vita così tranquilla che altre ipotesi appaiono altrettanto azzardate e inverosimili.
Il pubblico ministero Iolanda Chimienti comunque vuole chiarire il giallo con tutti gli strumenti a sua disposizione. L’autopsia sarà effettuata nel fine settimana dopo di che il corpo sarà messo a disposizione della famiglia.
La Fiat Punto di Urso fu notata da un passante in un viottolo secondario nei pressi di un vecchio passaggio a livello sulla Ostuni-Rosa Marina: la vettura era completamente bruciata e sul sedile di guida si notavano i resti di un corpo. Arrivarono i vigili del fuoco e gli agenti del commissariato di polizia di Ostuni.