Era a conoscenza di particolari relativi ad un omicidio avvenuto in provincia di Bari, ma ha preferito non rivelarli agli inquirenti. Con l’accusa di favoreggiamento personale Antonio La Fortezza, centrocampista del Brindisi nella stagione appena conclusa ed ex calciatore del Bari (6 presenze in Serie A nel 2000) è stato condannato dal giudice monocratico del capoluogo pugliese, Giovanni Zaccaro, ad un anno di reclusione.
Il 32enne di Bari vecchia è stato coinvolto nel caso dell’assassinio del boss Michelangelo Stramaglia, ucciso con un colpo di pistola all’addome il 24 aprile 2009 a Valenzano (Bari), paese d’origine del calciatore. La Fortezza sarebbe stato in possesso di informazioni relative al delitto che, però, avrebbe taciuto agli investigatori.
Per l’assassinio del boss Stramaglia è in corso il processo d’appello bis nei confronti del pregiudicato 53enne Mario Giovanni Antonio Pancotto.
Antonio La Fortezza era arrivato a Brindisi nel mercato di riparazione, un po’ in sovrappeso, ma poi entrò pian piano in forma diventando un elemento fondamentale della squadra. Poi a gennaio sparì e non lo si vide più in campo.
A fine anni Novanta era considerato una delle migliori promesse del calcio italiano: centrocampista in grado di unire qualità a grande carisma e senso della posizione, faceva parte della nidiata d’oro delle giovanili baresi, in cui ha militato negli stessi anni di Antonio Cassano. Su di lui, ai primi del Duemila, mise gli occhi addosso l’Inter, che praticamente aveva chiuso l’accordo con il presidente dei pugliesi Matarrese per il trasferimento del mediano a San Siro. A settembre del 2001, però, un terribile incidente in moto rovinò tutto: La Fortezza si ruppe il bacino, sei mesi fermo e addio nerazzurri. Da lì Serie B, oltre che col Bari, ha giocato anche a Catanzaro; poi fino al 2014 tanta Lega Pro, Eccellenza pugliese e Serie D. Quindi in serie D a Brindisi.
Ora arriva la condanna che giunge poche settimane dopo lo scandalo del calcioscommesse che ha portato in carcere tutta la dirigenza della società brindisina e che ha spalancato le porte al tracollo del calcio nel capoluogo. Ora arriva la condanna di La Fortezza, che il destino ha voluto fosse pronunciata da un giudice che si chiama Giovanni Zaccaro, come uno dei più importanti bomber biancazzurri degli anni Ottanta.