Un medico in servizio presso la casa circondariale di Brindisi, Giuseppe De Carlo Chimienti, 63 anni, e un poliziotto penitenziario, Maurizio Stanisci, 46 anni, sono finiti sotto processo a Brindisi per aver certificato false patologie per giustificare le assenze dal servizio per malattia. I fatti risalgono a un periodo compreso tra il luglio e l’ottobre dello stesso anno e sarebbero emersi nel corso di un’inchiesta, condotta dal pm Milto De Nozza, su episodi di cessione di droga all’interno della casa circondariale da parte di alcune guardie carcerarie.
Nel troncone relativo alle ipotesi di falso ideologico per i certificati medici utilizzati per assentarsi dal servizio erano inizialmente quattro gli indagati, due dei quali hanno patteggiato la pena. Nel corso della prima udienza si è costituita parte civile la Asl di Brindisi. A documentare i contatti tra gli agenti di polizia penitenziaria e il medico numerose intercettazioni telefoniche che andranno sottoposte a perizia. Secondo l’ipotesi d’accusa il medico sapeva che la patologia da certificare era “inesistente” e attestava quindi “false diagnosi” a tre agenti. Il medico è difeso dall’avvocato Massimo Manfreda.