Un punto di riferimento, un instancabile servitore dei più deboli. Questa mattina Brindisi si è svegliata senza un pezzo di cuore. Fioravante Dario se ne è andato all’improvviso, nella notte, a 67 anni, lasciando fuor di retorica un vuoto che ha spezzato il fiato in gola a tanti. Ai famigliari, prima d’ogni altri. Ma anche agli ex colleghi del Comune di Brindisi. Quegli amici, quegli impiegati, quei lavoratori, che per una vita ha difeso e assistito nelle vesti di diplomatico, e all’occorrenza sanguigno sindacalista. Un ruolo che ricopriva da una vita con l’orgoglio di chi compie una missione, di chi ha nelle mani la responsabilità di incidere sulla carne della giustizia sociale, dei diritti del lavoratore.
Quando due anni fa è giunto anche per lui il momento di mollare, di concedersi il meritato riposo e godersi la pensione, Dario quella missione non l’ha abbandonata. Avrebbe potuto prendere congedo e lasciare ad altri il compito di affiancare i dipendenti di Palazzo di Città, ma non ne ha voluto sapere. E di quella ostinazione la Cgil di Brindisi non ha potuto che compiacersi, concordando con lui la possibilità di continuare a difendere i dipendenti del Comune anche dopo la pensione. E così è stato, fino al suo ultimo giorno. “L’ho sentito ieri per l’ultima volta” racconta Antonio Macchia, segretario generale della Funzione pubblica Cgil. “Sono stato io a dargli l’incarico di rappresentare me, la segreteria del sindacato, nel Comune di Brindisi. Aveva la delega con pieni poteri di rappresentanza, perché per tutti noi, oltre che per i lavoratori, era un punto di riferimento. Lo è sempre stato. E adesso lascia un grande vuoto”.
Innumerevoli le battaglie condotto in questi anni: “Era sempre, sempre in prima linea. Era un uomo del dialogo, non amava lo scontro”. Ma se la vertenza lo richiedeva, se i toni si accendevano, Dario non cedeva di un millimetro. “Nell’ultimo periodo aveva messo gran parte del suo impegno a tutela dei precari. Per lui era diventato un terreno di confronto importante e quotidiano”.
Poi, questa mattina, l’improvvisa, terribile notizia: “L’ho saputo appena sveglio – racconta Macchia – Ho guardato il cellulare e ho trovato messaggi di amici che mi informavano della morte di Fioravante. E’ stato un colpo durissimo, improvviso, non me lo aspettavo”.
“Ci mancherai” gli scrivono oggi gli amici e colleghi della Uil sui manifesti affissi davanti alla sua seconda casa, il Comune. “Grazie per le tue battaglie, per la tua tenacia, per i tuoi insegnamenti. Per tanto altro”. Accanto, l’addio di tutto il personale, del segretario generale, del vice, di ogni settore di palazzo di città: dalla ripartizione urbanistica e assetto del territorio, alle risorse umane, ai servizi demografici, alla Multiservizi; dalla segreteria provinciale del Diccap Sulpm a, ovviamente, i compagni di tante battaglie della sua Cgil.
Un’intera città insomma, stretta in un ideale abbraccio attorno alla famiglia di Fioravante Dario, a sua moglie Gina, ai figli Raffaella, Daniele e Francesco. Una città che potrà dirgli per sempre addio domani mattina, sabato 5 ottobre, alle 10, per l’ultimo saluto nella parrocchia di San Francesco D’Assisi nel rione La Rosa.
Emilio Mola