Violazioni edilizie e abuso d’ufficio: 10 imputati per la ristrutturazione del Castello di Oria

Dieci imputati per le presunte irregolarità edilizie compiute nella ristrutturazione del Castello Svevo di Oria: il gup di Brindisi, Maurizio Saso, ha deciso i rinvii a giudizio al termine dell’udienza preliminare che si è celebrata oggi. I reati ipotizzati sono di violazione edilizia, di abuso d’ufficio e falso ideologico.
La struttura è di proprietà privata ed è stata trasformata in una sala ricevimenti. Hanno patteggiato una pena di un anno i due proprietari, Isabella Caliandro e Giuseppe Romanin ottenendo così, con parere favorevole del pm Antonio Costantini, la rimozione dei sigilli del maniero.
Affronteranno invece un processo con rito ordinario a partire dal 7 marzo prossimo, dinanzi al Tribunale in Composizione collegiale gli altri imputati: il progettista dei lavori, il capo dell’Ufficio tecnico, i funzionari della Soprintendenza che avrebbero perfino prodotto “false certificazioni” per avvantaggiare proprio la coppia di privati.
Undici i capi di imputazione, tra cui anche la realizzazione di opere in contrasto con la normativa che salvaguardia il patrimonio storico e artistico e con la modifica della destinazione turistico culturale del castello al cui interno sono stati ricavati una sala congressi, una sala multiuso, una cucina, una sala da pranzo, un office e un ufficio amministrativo. Il tutto con una previsione di accesso a contributi pubblici che avrebbero coperto il 50 per cento dei costi e che non sono mai stati erogati. Il castello svevo di Oria è stato sottoposto a sequestro per la prima volta il 10 ottobre del 2011, poi nuovamente nel marzo 2013. Il Comune di Oria si è costituito parte civile rivendicando un danno patrimoniale ma anche un danno di immagine.