
Mentre continua la caccia, ormai in tutta la Puglia, all’ergastolano Fabio Perrone, evaso venerdì dal “Fazzi” di Lecce, emergono particolari se possibili più inquietanti sulla sua pericolosità e spietatezza. Sarebbe lui l’autore dell’omicidio dello studente brindisino Mauro Maniglio, ammazzato per sbaglio a Casalabate il 13 agosto 1992.
Per quel delitto in realtà è stato condannato all’ergastolo, in via definitiva, il cugino dell’evaso, Giuseppe Perrone. Ma un collaboratore di giustizia della Sacra corona unita, ritenuto molto attendibile, Dario Toma (ex reggente del clan De Tommasi) ha raccontato ai magistrati che in realtà fu Fabio Perrone, detto “Triglietta”, ad ammazzare Mauro che si trovava sul sellino posteriore di una motocicletta condotta dal cugino.
Mauro, studente modello e figlio unico di una splendida famiglia del rione Casale, era stato scambiato per un malavitoso e ammazzato senza pietà. A Maniglio è intitolato il parco nel cuore del rione Bozzano di Brindisi.
Dopo le rivelazioni del pentito, Giuseppe Perrone chiese la revisione del processo, ma la sua istanza fu respinta e probabilmente sta scontando il carcere a vita al posto del cugino.
Proprio lungo la costa tra Brindisi e Lecce, quella in cui Maniglio fu ucciso, si sono concentrate si da subito le ricerche di polizia, carabinieri e guardia di finanza. Un’area che l’ergastolano conosce bene e che in questo periodo dell’anno è in gran parte disabitata.