Sono venti per parte, tra accusa e difesa, i testimoni ammessi dal tribunale di Brindisi nel processo a carico dell’ex sindaco di Francavilla Fontna Vincenzo Della Corte, imputato per truffa ai danni del sistema sanitario nazionale perché sorpreso ad aiutare il fratello Luciano nel suo studio medico, mentre questi praticava nella porta accanto attività dentistica. Un giudizio nel quale l’Asl di Brindisi ha deciso di non costituirsi parte civile. Lui, l’ex primo cittadino e primario anestesista presso l’ospedale Camberlingo di Francavilla (e dalla scorsa settimana, ad interim, anche degli ospedali di Fasano e Ostuni) era presente in aula questa mattina per l’avvio del processo. Sereno, sorridente e cordiale come sempre, ha però preferito non rilasciare dichiarazioni alla stampa, optando per un basso profilo sulla vicenda, affinché si consumi solo ed esclusivamente tra le mura del tribunale.
Durante l’udienza di questa mattina il giudice Vittorio Testi ha ammesso documenti di prova e testimoni presentati dal pm Valeria Farina Valaori e dal collegio difensivo di Della Corte, nelle persone di Francesca Conte e Antonio Andrisano. Netta la scrematura operata dal giudice alle richieste delle parti. La difesa aveva proposto ben 99 testimoni, in gran parte pazienti dei due medici francavillesi. Una mole alla quale il pm si è opposto ritenendo superfluo ascoltare in giudizio coloro che avrebbero dovuto solo testimoniare che sì, Luciano Della Corte era presente in studio quando c’era anche Vincenzo: “Non ho mai contestato questo” ha obiettato il sostituto procuratore. Contestazione condivisa dal giudice che ha così ridotto il numero dei teste della difesa da 99 ad appena venti.
Tra le prove presentate dalle parti, centinaia di ricette, che dovrebbero dimostrare per l’accusa la colpevolezza dell’ex sindaco, e per la difesa la sua innocenza. Agli atti anche gli articoli di quotidiani che riportarono la notizia del “blitz” di Striscia la notizia nello studio medico dei fratelli Della Corte, da cui l’inchiesta ebbe inizio. In quell’occasione gli inviati pugliesi Fabio e Mingo entrarono con le loro telecamere nello studio dei due fratelli. Vincenzo Della Corte era lì, a firmare ricette per conto del fratello, mentre quest’ultimo lavorava nello studio dentistico accanto. Scattò l’inchiesta, poi il duplice arresto e i domiciliari. Luciano Della Corte, che durante la reclusione ha perso centinaia di pazienti, ha preferito tagliare corto e patteggiare un anno. L’ex sindaco invece intende provare la sua innocenza in un processo ordinario. La prossima udienza si terrà il 25 febbraio con la deposizione dei primi testimoni.