“Mi auguro che quella che avevo annunciato come una bufala e che si è poi rivelata tale, sia l’ultima. Ora basta”. E’ Albano Carrisi a commentare all’ANSA quanto emerso dalle comparazioni del Dna nell’ambito di una nuova pista di indagine sulla scomparsa della figlia Ylenia Carrisi che risale al dicembre del 1993. Secondo quanto dichiarato dall’agente speciale Dennis Haley, che si sta occupando di dare un nome ai resti di una donna trovata morta in Florida nel settembre 1994, il confronto dei profili genetici ha dato esito negativo.
La ricostruzione grafica del volto del cadavere si era rivelato molto somigliante a quello di Ylenia. Il serial killer Keith Hunter Jesperson aveva poi anche riconosciuto, guardando una foto della figlia di Albano, sparita a 22 anni, una delle sue vittime mai identificate, una donna chiamata Suzanne che faceva autostop e a cui aveva dato un passaggio. L’aveva poi violentata e uccisa.