Un attentato dai contorni oscuri ma anche dalla dinamica singolare quello compiuto l’altra notte ai danni della villetta estiva di Lino Luperti, assessore all’Urbanistica del Comune di Brindisi.
Gli attentatori si sono introdotti praticando un foro in una parete posteriore della villetta. Un’operazione apparentemente inutile visto che il muro di cinta in molti punti è basso e facilmente scavalcabile, anche da persone poco atletiche.
Da qui, invece di danneggiare la villa vera e propria che non è stata neanche scalfita dalle fiamme, si sono portati sino a una stanza-deposito che si trova dalla parte opposta del perimetro rispetto al buco e hanno dato alle fiamme prima la casetta in legno per i bambini che era stata costruita a pochi metri di distanza e poi il locale nel quale erano custoditi giocattoli e masserizie.
La villa è dotata di un numero di telecamere sufficienti a monitorare tutta l’area ma purtroppo l’hard-disk che registra le immagini era andato in tilt da alcuni giorni e non esistono dunque riprese interne alla villa.
La squadra mobile di Brindisi sta verificando però se in zona altre telecamere abbiano captato fotogrammi utili alle indagini.
Lino Luperti, da anni sotto la pressione di chi non gli perdona il fatto di essere figlio di un personaggio di spicco della malavita brindisina (il padre Salvatore fu ucciso a pochi chilometri di distanza, sulla stessa strada della villa, nella guerra di mafia del 1998) e considerato elemento scomodo della giunta di Mimmo Consales il quale gli ha espresso invece sempre grande fiducia, ritiene che l’attentato possa essere collegato al suo impegno nelle questioni relative a Torre Guaceto dove – rappresentando il Comune di Brindisi – ha fatto la voce grossa nella vicenda della gestione del parcheggio.
“Sono preoccupato soprattutto per la serenità della mia famiglia”, ha confidato Luperti dopo l’attentato. “Hanno colpito proprio oggetti di vita familiare e questo non mi fa stare tranquillo”.