La sua compagna si è allontanata da casa all’ottavo mese di gravidanza, poi è ricomparsa dopo alcune settimane e gli ha raccontato che il bambino era nato morto. Ma lui non ci crede e chiede aiuto alla polizia.
Accade a Ostuni, protagonista un giovane marocchino di 32 anni, da lungo tempo residente nella Città Bianca. Ha raccontato che la sua compagna rumena di 30 anni era incinta di un maschio. Una gravidanza normale, l’attesa del bimbo per completare la famiglia.
E invece lei, un mese prima del parto, sparisce. Per giorni, poi settimane. Quando ricompare racconta di essere tornata in Romania e che il bimbo è nato morto e che i resti sarebbero stati portati in Romania dal fratello della donna. Ma non esiste alcun documento del decesso.
Il suo compagno invece sospetta che il neonato, vivo e vegeto, sia finito in Romania, magari per essere venduto. O peggio, che sia stato soppresso per evitare una maternità forse non desiderata.
Gli investigatori del commissariato di Ostuni indagano per scoprire la verità: la donna svolge le mansioni di collaboratrice domestica e sarà presto interrogata. Lui piange e si dispera, vorrebbe vedere suo figlio. E non ha perso la speranza.