Definitiva confisca del villaggio o restituzione degli immobili di Acque Chiare: il destino dei proprietari, molti dei quali hanno investito tutti i loro risparmi o si sono impelagati in mutui onerosissimi, verrà deciso quest’oggi dalla Corte di Cassazione.
I giudici di terzo grado saranno chiamati a esprimersi su una situazione paradossale che da un lato consentirà ai quattro imputati di lottizzazione abusiva di uscire indenni grazie alla prescrizione del reato (sono il costruttore Vincenzo Romanazzi, il notaio Bruno Cafaro, il progettista Severino Orsan e l’ex capo dell’Ufficio tecnico, Carlo Cioffi), dall’altro potrebbe portare ugualmente a togliere quelle villette a chi le ha acquistate. In caso di conferma della sentenza di secondo grado, insomma, pagherebbe solo (e in maniera salatissima) chi comprò quelle case e non chi le ha costruite.
La Corte d’Appello condannò Romanazzi e Cafaro a un anno e sei mesi, gli altri due a nove mesi, tutti con la sospensione condizionale. Nessun risarcimento del danno fu riconosciuto ai proprietari che avevano chiesto al Comune di Brindisi, citato come responsabile civile, 700 mila euro a testa. Se questa sentenza dovesse essere confermata, i proprietari perderebbero per sempre le loro villette.
La difesa intende giocarsi ancora la carta della truffa, cioé che non solo gli acquirenti erano all’oscuro del fatto che il villaggio fosse abusivo ma che nei loro confronti sia stata perpetrata una vera e propria truffa. E dunque che non possono essere anche privati degli immobili. Se la Cassazione dovesse accogliere tale tesi, non ci sarebbe una sentenza, ma solo l’annullamento di quella di secondo grado con un rinvio nuovamente alla Corte d’Appello. E in qualche modo si riaprirebbero i giochi.
La Cassazione in realtà potrebbe anche decidere di annullare la sentenza d’Appello senza alcun rinvio. In questo caso i quattro imputati verrebbero assolti senza dover ricorrere alla prescrizione e i proprietari tornerebbero, e per sempre, in possesso delle ville.
A rendere più complessa la situazione c’è stato il ritardo della stesura del nuovo Piano urbanistico generale che prevederà tra le altre cose la destinazione turistica dei terreni su cui sorge il villaggio di Acque Chiare. Sarebbe l’ultima beffa se il nuovo Pug partisse quando ormai la più bella struttura turistica realizzata sulla costa brindisina fosse destinata all’abbattimento.
Per questo, oggi, gli avvocati daranno battaglia. E i proprietari incrociano le dita.