di Gianmarco Di Napoli
A meno di una settimana dal clamoroso arresto del sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, l’inchiesta della procura ha già subìto una accelerazione brusca e la cui portata è ancora tutta da misurare. Segnata sin dall’inizio dal contributo di due testimoni-chiave che hanno fatto da collante alla mole di documenti esaminati dalla Digos (l’ex segretario particolare di Consales, Cosimo Saracino, e il funzionario del Comune, Gianluca Cuomo), l’indagine ora trova il supporto di due degli arrestati.
La decisione di Luca Screti, titolare della Nubile, di collaborare con i magistrati era stata ipotizzata già martedì quando, dopo essersi avvalso nella facoltà di non rispondere, aveva chiesto di parlare con i pubblici ministeri. Nel lungo colloquio, avvenuto nella casa circondariale di Brindisi, è probabile che l’imprenditore dei rifiuti non solo abbia confermato di essersi impegnato a pagare i debiti per 300 mila euro accumulati da Consales e di avergli versato i 30 mila di cui si è trovata traccia, ma che abbia fornito l’esatta dimensione della fitta rete di interessi che ruotano intorno alla mondezza dei brindisini.
Il denaro consegnato a Consales potrebbe essere insomma solo il sassolino gettato nello stagno, il contentino per oliare un sistema dal quale in molti, a Palazzo di Città, speravano di ottenere benefici. Lo si intuisce da molte delle oltre 500 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare dalle quali traspare un’eccessiva accondiscendenza di politici e dirigenti nei confronti di Screti, la cui causa veniva perorata spesso ossessivamente, per agevolarne gli iter burocratici, per accelerarne i pagamenti. Insomma o l’imprenditore di San Pietro Vernotico era talmente simpatico e amato da sollecitare una naturale simpatia in chiunque doveva solo preoccuparsi di verificarne il rispetto degli impegni e soprattutto delle norme, oppure aveva trovato il modo di sollecitare “artificialmente” questi attestati di stima e affetto.
Ed è probabile che i pm Giuseppe De Nozza e Savina Toscani, una volta incartata la probabile conferma del pagamento a Consales, abbiano chiesto a Screti degli altri rapporti che aveva intrecciato a palazzo di Città e che potrebbero essere oggetto di quell’approfondimento di indagini sinistramente annunciato dal procuratore Marco Dinapoli.
Qualunque nuovo scenario Screti abbia aperto con la sua “confessione” non lo si potrà conoscere prestissimo, in quanto i verbali dell’interrogatorio sono stati secretati. Ma a giudicare dai tempi ristrettissimi con i quali ha ottenuto gli arresti domiciliari, con parere favorevole dei pm, è chiaro che la sua “collaborazione” sia stata considerata sufficientemente utile alle indagini.
Collaborativo anche il commercialista Massimo Vergara, che i domiciliari li aveva ottenuti da subito. L’uomo di fiducia di Screti ha accettato di parlare già davanti al gip ed è probabile anche in questo caso che abbia in qualche modo avallato la tesi accusatoria. In questo caso probabile la sua imminente scarcerazione. Meno probabile appare che Vergara possa essersi spinto molto oltre l’episodio che gli viene contestato, ossia la consegna del denaro di Screti a Consales attraverso Saracino.
Ieri era il giorno dell’interrogatorio di garanzia dell’ex primo cittadino, ma come era ampiamente prevedibile, accompagnato dal suo legale di fiducia Massimo Manfreda, ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere. Significativo il fatto che il suo avvocato non abbia neanche chiesto per il momento la remissione in libertà. E’ evidente che la strategia difensiva è attendista: da un lato si vuole esaminare con attenzione le oltre 15 mila pagine del fascicolo investigativo, dall’altro verificare l’effettiva portata delle “rivelazioni” di Screti. Per poi decidere quale strada percorrere.
La sensazione è che la vicenda di Consales possa essere solo il punto di partenza e che la procura voglia mettere il naso nel complesso (e puzzolente) affare dei rifiuti, andando sia a monte, ossia nel meccanismo di assegnazione dell’appalto della raccolta urbana, che a valle, nelle discariche in cui l’immondizia viene stoccata. Nubile in quest’ottica, incaricato di biostabilizzare i rifiuti raccolti prima di destinarli allo smaltimento, rappresentava l’anello di congiunzione tra chi raccoglie e chi sotterra. Ma la lunga querelle sull’assegnazione della raccolta iniziata con la revoca dell’appalto alla Monteco, passando per quello mancato all’Aimeri, appare degna di attenzione.
E proprio lo stop all’impianto della Nubile, sequestrato dopo gli arresti, ha innescato un prevedibile, immediato, ingolfamento della discarica di Formica Ambiente visto che i rifiuti, non stoccati e trasformati, hanno un volume maggiore e gli spazi di smaltimento erano già esigui. L’Ecologica Pugliese ha già comunicato di aver sospeso la raccolta da ieri esprimendo la propria solidarietà ai cittadini.
Così i brindisini si ritrovano nella situazione paradossale di avere non solo una città senza amministrazione, ma di nuovo al collasso per i rifiuti e con l’impellenza della rata della Tari da pagare a fine mese. La più alta in Italia.
Arriva con questi presupposti in città Cesare Castelli, il commissario prefettizio chiamato a guidare il Comune sino alle elezioni di giugno. Per sua fortuna conosce bene la città avendo svolto il medesimo incarico presso l’Amministrazione provinciale.
Ma le sue fortune terminano qui, perché nei prossimi mesi avrà a che fare con un palazzo affollato da aspiranti nuovi inquilini, da poliziotti a caccia di documenti e da chi cerca di capire che aria tira, tra la tentazione di una nuova avventura e la paura di prendere un caffè, di primo mattino, con il dirigente della Digos.
(Foto Damiano Tasco)