Candidature surreali e un commissario per 3 mesi. L’ultimo danno alla città: andare a votare troppo presto

di Gianmarco Di Napoli

Il fine era senza dubbio nobile. Le dimissioni di massa dei consiglieri comunali, all’indomani dell’arresto di Mimmo Consales, avevano l’obiettivo di ridurre al minimo i tempi del commissariamento per restituire alla città un’amministrazione prima dell’estate. La realtà però sta dimostrando che si è trattato di una scelta sbagliata per due ordini di motivi: il primo riguarda la totale impreparazione di quasi tutti gli schieramenti politici ad affrontare una nuova consultazione elettorale, che sarebbe tale già in una situazione di normale scadenza di mandato, il secondo è legato all’incertezza sugli sviluppi di una serie di inchieste giudiziarie che riguardano la passata amministrazione e che non si sa bene ancora chi e cosa andranno a colpire.
In aggiunta, il tempo ristretto che avrà a disposizione il commissario prefettizio Cesare Castelli, per quanto uomo di buona volontà, gli consentirà di fare davvero poco, come un supplente chiamato a guidare una classe a tre mesi dagli esami di maturità. Con grane enormi da affrontare, come quella dei rifiuti o la bomba ad orologeria della Multiservizi.
Un più lungo commissariamento avrebbe consentito a ciò che rimane dei partiti di riorganizzarsi e anche di avere un quadro più preciso di quelli resteranno immuni dalle inchieste giudiziarie una volta che il polverone si sarà dissolto e si avranno le dimensioni esatte di un intreccio di vicende (rifiuti, società partecipate e Pug, tra quelle note) che sembrano riguardare solo marginalmente il sindaco Mimmo Consales.

Lo sbandamento del Pd (che nonostante il tentativo tardo di scaricare il sindaco vive al suo interno le scosse telluriche relative alla responsabilità di averlo scelto e sostenuto e le insidie di mille frazionamenti proporzionati alla scarsa simpatia di cui Emiliano gode a Brindisi), l’inconsistenza di Forza Italia (nonostante l’eroico impegno di Gino Vitali per rimettere in piedi un partito anch’esso dilaniato da lotte interna e da un solo recente tentativo di ricambio generazionale) hanno portato a una surreale partenza della campagna elettorale.

Il primo personaggio a saltare fuori, poche ore dopo l’arresto di Consales, è stato quello del presidente della New Basket, Fernando Marino. E’ probabile che il suo sia stato il classico nome sacrificato nella pira di quelli da “bruciare” nelle prime ore della campagna elettorale. Ed è dunque escluso che egli, come qualcuno ha ipotizzato giocando sulla tipologia della sua attività imprenditoriale, si sia “auto”candidato. Marino è infatti dotato di sufficiente acume per comprendere che gettarsi nella mischia troppo presto gli avrebbe comunque pregiudicato qualsiasi possibilità di successo. E infatti lo stesso Marino (che fino a giugno è presidente di Legabasket) a un certo punto ha chiarito di non essere interessato in questo momento alla politica cittadina. Anche perché (e qui sta la perfidia di chi ne ha ipotizzato la candidatura) il presidente della New Basket Brindisi, società sponsorizzata da Enel, non potrebbe certamente sedersi al tavolo delle imminenti convenzioni con la società elettrica (compito che spetta al Comune di Brindisi) dove sono in ballo diversi milioni di euro da destinare ogni anno alla città, nelle vesti di sindaco. E poi ritornare a sedersi per trattare la sponsorizzazione annuale della sua squadra come presidente. Dovrebbe abbandonare la New Basket. E poiché ha già dichiarato che questo passo non ha nessuna intenzione di compierlo, i tifosi possono stare tranquilli.

Sull’altro fronte, dopo aver assistito al solito dentro-fuori del notaio Michele Errico, sceso dal treno di Emiliano in un amen, qualcuno ha pensato di lanciare una granata fumogena inventando la candidatura del magistrato Milto De Nozza, già presidente della sottosezione Anm di Brindisi e pm di punta della procura.
Una candidatura assolutamente inconfutabile, ma che creerebbe un effetto a catena negli ingranaggi delle inchieste che coinvolgono Palazzo di Città. De Nozza è infatti il fratello di Giuseppe, ossia uno dei due magistrati che conducono l’inchiesta che ha portato all’arresto di Consales. E’ chiaro che con Milto De Nozza sindaco, il fratello avrebbe legittime difficoltà a proseguire serenamente il proprio lavoro. E in un colpo solo la procura di Brindisi perderebbe di fatto due fra i suoi migliori magistrati. Naturalmente De Nozza ha smentito qualsiasi interessamento a candidarsi ribadendo di avere un’altra missione da compiere, a palazzo di Giustizia e non (se non con le mansioni che gli spettano) in quello di Città.

Con Pd e Forza Italia in affanno, un ruolo determinante potrebbero averlo i centristi di Massimo Ferrarese e che recentemente sono stati l’ago della bilancia nelle amministrazioni comunale e provinciale. Area Popolare potrebbe scegliere di riproporre il Laboratorio con il Pd chiudendo un accordo con Emiliano, o bissare l’alleanza con Raffaele Fitto (nelle recenti Regionali) e tentando così di coinvolgere gli scontenti a sinistra e a destra. In entrambi i casi il candidato sindaco potrebbe essere espresso proprio dai centristi.

In questo clima surreale in cui le tipografie sono ferme mentre in passato avrebbero già iniziato a produrre manifesti e santini elettorali, l’unico candidato ufficiale alla carica di sindaco è una donna: Simona Pino D’Astore, ex giornalista e moglie dell’ex sindaco di Carovigno, Angelo Lanzillotti. Si presenta alla guida di un fronte civico. Attualmente dirige un’agenzia di Wedding Planner, organizza matrimoni. Anche se finché son fiori va bene, ma i frutti dell’arancio in questo periodo sono parecchio indigesti.

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