La prova del Dna non regge, assolto dall’accusa di omicidio

La Corte di Assise di Brindisi ha assolto con formula dubitativa Nicola Chirico, 46 anni di San Michele Salentino (Brindisi) imputato dell’omicidio di Cosimo Semeraro, detto “Mimmo Capellone” brutalmente assassinato nella notte dell’8 novembre 2007 nelle campagne di Ostuni (Brindisi). Il processo era interamente basato sulla prova del Dna. Il procuratore della Repubblica, Marco Dinapoli, aveva chiesto l’ergastolo.
La difesa di Chirico, sostenuta dagli avvocati Ladislao Massari, Salvatore Maggio e Paolo Barone, si era affidata allo stesso consulente della difesa nel processo per l’omicidio di Meredith Kercher. Erano stati avanzati dubbi tanto sulle modalità di prelievo del Dna e di campionamento, quanto sulla contaminazione del luogo del delitto che secondo i legali era diverso rispetto a quello in cui era stato compiuto l’omicidio. Chirico, detenuto nel carcere di Taranto, sarà scarcerato. Era stato “incastrato” da una perizia dei Ris fatta in un’altra inchiesta a suo carico, su una violenta rapina compiuta a Brindisi.