Sono già in carcere perché arrestati la scorsa settimana nell’ambito di un’inchiesta sulla organizzazione di tipo mafioso Sacra corona unita quattro dei cinque presunti rapinatori nei confronti dei quali i carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare per rapina: si tratta di Antonio Grassi, 29 anni; Vincenzo Trono, 31 anni; Francesco Franchin, 26 anni e Alfonso Polito, di 31 anni, tutti di Brindisi. Oltre a loro è finito in carcere anche Vitantonio Fiaccone, 38 anni.
Sono numerosi gli episodi ricostruiti. In un caso la vittima, titolare di un supermercato, è stata percossa riportando la doppia perforazione del timpano e conseguenze all’udito. Il gruppo agiva, secondo quanto accertato, in tutta la provincia con un fucile a canne mozzate.
In una circostanza, poi, è stato un tatuaggio sul dorso della mano a tradire uno dei componenti, in un altro il sistema di localizzazione Gps di un iPhone rapinato e poi buttato via in un terreno nei pressi dell’abitazione di uno degli indagati.
Le indagini condotte dall’aprile 2014 al settembre 2015 dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Francavilla Fontana (da cui è derivata la prima ordinanza di custodia cautelare) hanno consentito di individuare alcuni degli autori di ben cinque rapine a mano armata (di cui una tentata) commesse – con metodi decisamente violenti – in pregiudizio dei sottoelencati esercizi commerciali:
1. Tabaccheria “Caliandro” in Brindisi
Alle ore 18.45 del 24 febbraio 2014, quattro individui, tutti incappucciati, uno dei quali armato di fucile a canna mozzata, facevano ingresso all’interno della rivendita di tabacchi, sita in Brindisi alla via Carducci n. 55, di proprietà di CALIANDRO Andrea. Dalla visione delle immagini del sistema di videosorveglianza installato all’interno della tabaccheria, si notava l’arrivo dei quattro rapinatori che, sotto la minaccia dell’arma, costringevano il proprietario e due clienti ad alzare le mani, impossessandosi del cellulare di uno di essi. In particolare, il rapinatore armato, in dialetto brindisino, proferiva al proprietario le seguenti parole: “issi li sordi ci no ti sparu”. Dei restanti tre correi, uno entrava nell’ ufficio e, dall’armadio blindato, portava via diverse stecche di sigarette infilandosele nel giubbotto, mentre gli altri due svuotavano le due casse dal denaro contante patri a circa 1.000,00 euro. Le telecamere installate presso la tabaccheria riprendevano le fasi della rapina e i tre rapinatori da diverse angolazioni. Grazie all’analisi delle immagini – comparate con i filmati di altre rapine commesse nel territorio nel medesimo arco temporale – emergeva un inconfutabile elemento probatorio che consentiva di identificare senza ombra di dubbio uno degli autori, ossia GRASSI Antonio. Ed invero, dai fotogrammi era possibile evincere che uno dei rapinatori presentava un tatuaggio raffigurante un elmo romano sul dorso della sua mano destra. Osservando attentamente le immagini in cui lo stesso veniva ripreso nella tabaccheria “Caliandro” con il fucile spianato (imbracciato con la mano sinistra essendo il malvivente mancino), difatti, era possibile notare che l’indagato stendeva ripetutamente il braccio destro verso il basso proprio nel tentativo di far scivolare la manica del giubbino sul dorso della mano per nascondere il tatuaggio; tatuaggio che, nonostante ciò, si intravedeva per un istante nel fotogramma di seguito riportato nel quale il rapinatore si sistemava il passamontagna sulla testa.
2. Supermercato “Dok” in Mesagne
Alle ore 19.15 del 4 marzo 2014, cinque individui a bordo di un’autovettura di colore grigio scuro raggiungevano il supermercato “Dok”, ubicato in Mesagne, alla via Marconi n. 118; entrati nel parcheggio del supermercato, effettuavano una repentina manovra e posizionavano l’autovettura pronta per la fuga. Uno dei cinque rapinatori rimaneva alla guida dell’autovettura, mentre i restanti quattro – di cui uno armato di fucile a canna mozzata, l’altro di pistola ed un terzo di taglierino – raggiungevano l’interno del supermercato e, direttisi verso le casse, intimavano al cassiere (che nella circostanza era il direttore del locale), di consegnargli il denaro contenuto nelle casse. La vittima consegnava immediatamente il cassetto a scomparti della cassa da lui gestita, contenente banconote e monete di vario taglio. Poi, i rapinatori gli intimavano di prendere il denaro dall’altra cassa, che tuttavia era chiusa per un sistema di chiusura computerizzato; uno dei malviventi, quindi, colpiva il malcapitato con un violento schiaffo sull’orecchio destro procurandogli la doppia perforazione del timpano, con conseguente indebolimento permanente dell’udito. In tale frangente, invece, la cassa si apriva e i malviventi riuscivano a prelevare anche il denaro in essa custodito; inoltre, uno dei tre rapinatori – ossia quello armato di fucile – si faceva consegnare da un cliente lì presente il portafoglio e, dopo averlo visionato, glielo restituiva gettandoglielo addosso. Dopo avere preso il denaro dalle casse (pari ad € 1.771,58), si davano a precipitosa fuga, salendo a bordo dell’auto che li attendeva all’uscita del supermercato. Anche per questa rapina si era in grado di giungere all’identificazione del GRASSI in virtù del citato tatuaggio sul dorso della mano destra che, dalla visione delle immagini, si intravedeva nel momento in cui il rapinatore scagliava il portafogli contro uno dei clienti del supermercato. Lo stesso rapinatore, inoltre, impugnava il fucile con la mano sinistra come nelle altre rapine (essendo il GRASSI mancino).
3. Supermercato “Super Brio” in Torchiarolo
Dopo soli tre giorni dalla rapina perpetrata a Mesagne e, precisamente, la sera del 7 marzo 2014, tre individui incappucciati scendevano da una autovettura Lancia Lybra SW di colore scuro e si dirigevano di corsa verso le porte scorrevoli del supermercato “Brio”, ubicato in Torchiarolo, alla via Brindisi. Uno di questi era armato di fucile. La porta automatica non si apriva e quindi, non riuscendo ad entrare, i tre malviventi risalivano in macchina e si allontanavano velocemente a bordo dell’autovettura Lancia Libra, condotta dal quarto rapinatore che era rimasto alla guida dell’auto, pronto alla fuga. Dalla visione di alcuni fotogrammi era possibile individuare il tipo di autovettura utilizzata dai rapinatori, ossia una Lancia Lybra SW di colore grigio, così come peraltro indicato da un testimone. Alle ore 01.45 del successivo 8 marzo, quindi dopo poche ore dalla tentata rapina, una pattuglia del Nucleo Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Brindisi, nel transitare sulla complanare della SS 613, giunta all’altezza dello svincolo per il quartiere Bozzano, rinveniva in stato di abbandono una Lancia Lybra SW di colore grigio targata CS915HD, risultata oggetto di furto commesso presso i parcheggi dell’aeroporto di Brindisi e denunciato, in data 25/02/2014, presso la Stazione Carabinieri di Cisternino. Dopo una più accurata ispezione del mezzo, poi, venivano ritrovati e sottoposti a sequestro due passamontagna, due paia di guanti ed un cacciavite. Il Reparto Investigazioni Scientifiche di Roma, esaminati i reperti in sequestro, riusciva ad isolare alcuni profili di DNA corrispondenti a quelli dei quattro indagati.
4. Tabaccheria “Leo” in San Donaci
La sera del 15 aprile 2014 veniva perpetrata un’altra rapina a mano armata. Tre individui, tutti travisati, due dei quali armati rispettivamente di una pistola e di un fucile a canna mozzata, facevano irruzione all’interno della tabaccheria sita in San Donaci, via Cellino n. 96, al cui interno vi era il titolare, i familiari dello stesso ed un cliente. I rapinatori si impossessavano di circa 3.000,00 € in contanti, di alcuni blocchetti della lotteria gratta e vinci, di alcune stecche di sigarette e di un iPhone 4S di proprietà della figlia del titolare. Quando ancora i tre rapinatori si trovavano all’interno del negozio, la figlia riferiva di essere riuscita ad inviare il segnale di allarme all’istituto di vigilanza: i rapinatori, accortisi di ciò, si davano alla fuga salendo a bordo di una Fiat Tipo di colore grigio scuro, della quale le vittime riuscivano a leggere e ricordare la targa “Roma 4497..”. Tra i beni oggetto della rapina, inoltre, vi era l’Iphone della figlia del titolare, dotato di sistema per il rintraccio con tecnologia GPS (trova my-iPhone); alle ore 00:05, il cellulare risultava acceso e localizzato in Brindisi, tra via Benvenuto Cellini e via Luigi Spazzavan. Immediatamente veniva inviata sul posto una pattuglia dell’Aliquota Radiomobile della locale Compagnia carabinieri. I militari rinvenivano nel sotterraneo del complesso residenziale popolare di via Benvenuto Cellini l’autovettura oggetto di ricerca, ossia una Fiat Tipo di colore grigio, che risultata essere targata “Roma 44973Z, a già segnalata quale oggetto di furto alle precedenti 23:00 del medesimo giorno. L’ispezione interna del veicolo consentiva, inoltre, di rinvenire una manica di maglione di colore celeste in cotone con un nodo all’estremità superiore e due fori centrali per gli occhi. Nel corso del sopralluogo non veniva rinvenuto, in nessuno dei luoghi, l’Iphone sottratto. Il successivo 17 aprile 2014, la figlia del titolare contattava il “112” riferendo che il sistema di localizzazione del suo Iphone risultava nuovamente attivo e che l’apparecchio risultava essere in Brindisi, alla via Benvenuto Cellini. I carabinieri del Nucleo Operativo di Francavilla Fontana si recavano nuovamente sul posto e, dopo un accurato sopralluogo, riuscivano a trovarlo nel terreno prospiciente il complesso popolare di via Benvenuto Cellini, proprio di fronte l’abitazione di GRASSI Antonio. All’esito della visione dei filmati, dunque, si poteva notare che uno dei rapinatori era armato con un fucile ad unica canna mozzata, impugnato con la mano sinistra; sul dorso della mano destra del medesimo rapinatore era visibile, altresì, il tatuaggio raffigurante l’ELMO Romano, ossia il tatuaggio di GRASSI Antonio. Il passamontagna di colore celeste rinvenuto all’interno dell’autovettura Fiat Tipo, sottoposto a sequestro, risultava compatibile con quello indossato dal soggetto raffigurato nei fotogrammi. Lo stesso passamontagna veniva inviato al RIS Carabinieri di Roma che riusciva ad estrarre un solo profilo genetico che risultava corrispondente a quello di POLITO Alfonso.
5. Tabaccheria “Mordi e Fuggi” in Mesagne
Alle ore 20.45 del 3 maggio 2014, tre individui travisati con passamontagna di colore scuro ed armati di pistola perpetravano una rapina ai danni della tabaccheria “Mordi e Fuggi”, sita in via Marconi n. 219 di Mesagne impossessandosi mdi 9.650,00 €. Visionando le immagini dell’impianto di videosorveglianza presente all’interno della tabaccheria rapinata, venivano subito notati alcuni dettagli che erano stati già osservati in alcune precedenti rapine. In particolare, uno dei rapinatore indossava lo stesso giubbino smanicato utilizzato nel corso della rapina ai danni del supermercato “DOK” di Mesagne e che, nel corso delle indagini, si appurava essere di GRASSI Antonio. Inoltre, dalle immagini si poteva constatare che il medesimo rapinatore aveva un tatuaggio sul dorso della mano destra proprio come GRASSI Antonio, che così come già evidenziato, ne possiede uno esattamente sul dorso di tale mano, raffigurante l’elmo romano.
Tutti e quattro i destinatari del provvedimento si trovano già ristretti in carcere poiché arrestati il 23 febbraio u.s. nell’ambito dell’operazione “The Beginners” della Questura di Brindisi.
6. Rapina Banca Popolare Pugliese in Tuturano
Il 7 aprile 2015, alle ore 11.30, un individuo, con il volto travisato ed armato di pistola, irrompe all’interno della filiale della Banca Popolare Pugliese ubicata nella frazione brindisina di Tuturano. Il malvivente, con una mossa fulminea, saltava il bancone raggiungendo le due impiegate presenti che venivano costrette a sdraiarsi a terra. Il rapinatore afferrava il denaro presente nella cassaforte aperta, risaltava al di là del bancone continuando ad intimare ai clienti presenti di non muoversi e di dileguava. La somma asportata ammontava a 12.965,00 €. Il minuzioso sopralluogo effettuato dai militari della locale Stazione Carabinieri con l’ausilio di personale specializzato del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di brindisi consentiva di rinvenire e repertare alcune impronte sul vetro delle basi di appoggio delle postazioni delle cassiere. Dagli accertamenti tecnici esperiti emergeva che le impronte corrispondevano a quelle del mignolo e dell’anulare di FIACCONE Vitantonio. Il FIACCONE, fra l’altro, si trovava, allo stato, ristretto in regime di arresti domiciliari poiché arrestato in flagranza dai Carabinieri di Tuturano il 19 agosto 2015, proprio all’interno dello stesso istituto di credito, nel corso di un tentativo di rapina.
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