Bruciò vivo l’amante, torna in carcere per scontare 15 anni

Torna in carcere Dora Buongiorno, la bracciante agricola di 46 anni di Carovigno che il 26 dicembre del 2012 uccise dandogli fuoco all’altezza dei genitali l’amante, nonché padre di suo figlio, Cosimo Damiano De Fazio, che morì due giorni dopo in ospedale. Il primo marzo scorso la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della difesa confermando la condanna a 15 anni inflitta dal gup di Brindisi in primo grado dopo un processo con rito abbreviato.

L’accusa per Dora Buongiorno era di omicidio aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà: somministrò all’amante un farmaco soporifero, lo condusse in campagna e appiccò il fuoco. Ha poi raccontato agli inquirenti, un mese dopo i fatti, in sede di confessione, di essere stata per anni vessata dall’imprenditore di Brindisi, versione da sempre negata dai famigliari di quest’ultimo, sposato e padre di altri cinque figli, che si sono costituiti parte civile e hanno ottenuto un risarcimento del danno. La donna che si trovava agli arresti domiciliari è stata condotta nel carcere di Lecce.