“Screti pagò la tangente a Consales per salvare la sua azienda dal fallimento”

L’imprenditore Luca Screti avrebbe pagato al sindaco Mimmo Consales una tangente attingendo allo stipendio di amministratore unico della Nubile e con l’obiettivo di ottenere quell’ordinanza che avrebbe potuto salvare l’azienda dal fallimento: è quanto dall’ordinanza con cui il gip dispone l’interdizione per un anno per la società che si occupava della gestione degli impianti per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti. E’ stato lo stesso Screti, nel corso dei due interrogatori resi ai pubblici ministeri Giuseppe De Nozza e Savina Toscani, a rivelare che la scelta di pagare la tangente a Consales fu fatta per tentare il salvataggio di un’azienda con l’acqua alla gola.
Lo riferisce il Nuovo Quotidiano di Puglia nell’edizione di oggi.
“La necessità e l’esigenza della Nubile di firmare il contratto di affidamento in gestione e di metterlo in servizio con l’illegittima ordinanza sindacale del 6 novembre 2013 – scrive il gip – è stata riempita di contenuto dallo stesso Screti nel corso sia del primo che del secondo interrogatorio, allorquando ha più volte in chiare lettere riferito che senza quell’appalto la Nubile sarebbe andata incontro al fallimento, perché gravata da una imponente esposizione debitoria nei confronti di Equitalia”. Circa 6 milioni di euro.
“Lo Screti – precisa il giudice – ha quindi agito nell’interesse della Nubile e non a tutela di un suo esclusivo interesse, né tantomeno di un interesse esclusivo di soggetti certi”.
“A conferma di ciò – prosegue Licci – si richiamano i due interrogatori dello Screti anche al fine di evidenziare che la provvista di denaro contante utilizzata per pagare il Consales è stata costituita con denari che lo Screti ha percepito quali compensi per il suo ruolo di amministratore unico della Nubile, con la intuibile considerazione che, pur di far accaparrare alla Nubile il contratto di gestione e la messa in esercizio dell’impianto, non ha esitato a rimetterci anche denaro che gli spettava come amministratore della società e quindi, sostanzialmente si è spinto fino al punto di agire in suo danno ma nell’ottica di far guadagnare la Nubile”.
Specifica il giudice che tanto Screti, quanto Vergara, hanno avuto un atteggiamento collaborativo ammettendo gli addebiti loro contestati.