Appiccato il fuoco alla casa natia, Albano: “Per me uno sfregio doloroso”

«Per me è uno sfregio, doloroso e morale, un bagaglio di amarezza perché a Cellino ho investito tutti i proventi del mio lavoro e da anni offro lavoro a tanta gente». Così Al Bano Carrisi, a Torino per presentare il suo concerto del 12 maggio, commenta l’incendio doloso appiccato nella notte al portone d’ingresso di una sua abitazione a Cellino San Marco. «Mi ha chiamato mio fratello Franco, che si sta occupando della cosa, perché io sono fuori», aggiunge il cantante. «Quella è la mia casa natale, la casa che mio padre mi ha lasciato in eredità – ricorda – e spesso ci porto i miei figli per fargli vedere dopo sono nato». Al Bano si dice «molto segnato» dal gesto. «Non so se ho sbagliato qualcosa nei confronti di qualcuno, non so darmi la benché minima spiegazione – conclude -. Non è escluso sia un atto di follia ed è quello che spero e che voglio credere».
«Sono già andato via da Cellino una volta nel 1961, me ne posso andare ancora adesso nel 2016» ha aggiunto il cantante. «Per me – spiega – quella casa rappresenta il cuore, le radici. Senza riscaldamento, con un grande camino che insieme al calore umano bastava a riscaldare gli unici tre ambienti. All’interno ogni cosa è rimasta al suo posto, niente è stato toccato. È come se avessero bruciato un presepe. Vergogna».