Rapine e furti in città: tredici giovani brindisini condannati dal Gup

Volevano mettere a ferro e a fuoco Brindisi, almeno così dicevano al telefono. E si vantavano di voler perfino piazzare una bomba in questura. Tutte spavalderie. In compenso i reati che commettevano erano autentici: rapine e furti compiuti in quantità.
Il gup Giuseppe Licci ha emesso 13 sentenze di condanna nei confronti di giovani brindisini.
Queste le pene, scontate di un terzo per il rito abbreviato: Gaetano Aggiano, detto Coca Cola: 10 mesi; Davide Daniel Bombacigno: 3 anni e 10 mesi; Simone Brigida: 3 anni e 8 mesi; Maurizio Cannalire, 2 anni; Tiziano Cannalire: 6 anni; Luca Carriero: 6 anni; Diego Catucci: 4 anni e 4 mesi; Alessio Curto: 8 mesi; Marco Curto: 2 anni e 6 mesi; Diego De Giorgi: 1 anno e 6 mesi; Gianmarco Leto: 2 anni e 8 mesi; Andrea Ostuni detto Malavita o Malox: 4 anni e 8 mesi; Francesco Ruggiero detto Pumillo, 6 anni. Sono tutti di Brindisi. Gli arresti furono eseguiti nel febbraio del 2014.
L’accusa è di associazione per delinquere dedita a furti e rapine. Ruolo di “capo e promotore” è attribuito a Tiziano Cannalire. Le indagini furono eseguite dai poliziotti della Squadra mobile di Brindisi.
Tra i colpi più clamorosi il furto nell’armeria Calì di piazza Sapri.