La droga viaggiava sul carro attrezzi: i retroscena del blitz dei carabinieri con 10 arresti

Trasportavano la droga in auto su un carro attrezzi per eludere i controlli e si occupavano, secondo gli investigatori, dello smistamento della merce nelle piazze del Brindisino e del Leccese, i 48 indagati dell’inchiesta della Dda di Lecce, dieci dei quali sono stati arrestati stamani dai carabinieri in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Lecce. Otto persone sono state condotte in carcere, due sono ai domiciliari. La maggior parte degli indagati è di Torchiarolo, al confine tra le province di Brindisi e Lecce che da qualche tempo, come confermato dal procuratore di Lecce, Cataldo Motta, viene tenuto in particolare considerazione quale crocevia di traffici illeciti di vario tipo.
In manette sono finiti Paolo Golia, 33 anni San Pietro Vernotico, Giovanni Maiorano, 35 anni Torchiarolo, , Gianluca Maiorano, 33 anni Torchiarolo, Maurizio Maiorano, 44 anni Torchiarolo, Francesca Perrone, 31 anni Torchiarolo, Giuseppe Perrone, 44 anni Torchiarolo, Massimiliano Lasalvia, 28 anni San Pietro Vernotico, Simone Paiano, Maurizio Lasalvia, 31 anni Torchiarolo, Andrea De Mitri , 34 anni Brindisi.
Le accuse a carico degli indagati sono, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e di plurime cessioni continuate di droga, nonché di estorsione commessa con l’aggravante delle finalità mafiose. L’inchiesta è stata avviata dopo l’arresto in flagranza per spaccio di droga di Angelo Lobuono, avvenuto il 24 maggio 2012. Nell’occasione, l’arrestato venne trovato in possesso di 13 grammi di cocaina, un bilancino di precisione, duemila euro in contanti e una pistola a salve con quattro cartucce.
Le successive intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre a pedinamenti e riscontri, hanno portato a delineare la struttura di una presunta organizzazione criminale, in possesso di una considerevole disponibilità economica e di armi, dedita al traffico di cocaina e marijuana, che sarebbe stata capeggiata da Giuseppe Perrone, soprannominato ‘Barabbà. Due le donne indagate. Nel corso delle indagini, oltre al sequestro complessivo di tre chili e mezzo di droga tra cocaina e marijuana, sono stati documentati più di 600 episodi di cessione di sostanze stupefacenti e individuati 350 assuntori di droga.