Abusi sessuali nei confronti di un bimbo che all’epoca aveva nove anni e che voleva fare il chierichetto: con questa accusa, stamattina, i carabinieri di Brindisi hanno tratto in arresto e condotto nel carcere di via Appia l’ex parroco del rione Bozzano, don Francesco Caramia, originario di Mesagne.
Caramia era indagato dal mese di novembre dello scorso anno quando si dimise dalla parrocchia di San Giustino de Jacobis dopo la notifica di un atto di perquisizione e il sequestro dei suoi computer.
Nello scorso mese di febbraio don Francesco arruolò la criminologa Roberta Bruzzone per tentare di smontare le accuse del ragazzino che voleva fare il chierichetto e che il sacerdote avrebbe costretto a subire atti sessuali, persino picchiandolo.
E il minore era stato chiamato a confermare le confidenze fatte a un’amichetta e da questa fatte giungere sino al pediatra che aveva poi presentato la denuncia.
Nel corso dell’incidente probatorio, al quale aveva partecipato lo stesso sacerdote mesagnese, la presunta vittima aveva confermato le accuse, raccontando di atti sessuali subiti e successive minacce, schiaffi e spintoni subiti dal prete affinché non rivelasse l’accaduto. Don Caramia avrebbe promesso al ragazzino che se si fosse confidato con qualcuno egli si sarebbe adoperato per far perdere il lavoro al padre o la casa.
Le circostanze erano state confermate, pur se con qualche imprecisione relativa ai tempi, anche dall’amichetta del ragazzino.
Il pm inquirente, Milto De Nozza, ha chiesto un’ordinanza diu custodia cautelare in carcere nei confronti del sacerdote che è stata poi firmata da gip era Maurizio Saso.
Il ragazzino all’epoca dei fatti (avvenuti tra il 2007 e il 2008) aveva nove anni e desiderava diventare chierichetto. Don Francesco avrebbe imposto al ragazzino una sorta di “pedaggio”. Questa è la tesi sostenuta dal ragazzino, che oggi ha 16 anni, e che ha convinto la procura a chiedere la misura cautelare più severa nei confronti del sacerdote.