«Io capivo che non era una cosa per bambini, mi immaginavo che non era una cosa per bambini, gli dicevo sei grande, per favore, lasciami stare, sono un bimbo. Qualche volta piangevo». Così la presunta vittima degli abusi di Francesco Caramia, ex parroco arrestato e condotto in carcere stamattina dai carabinieri, ha raccontato agli inquirenti quello che avrebbe dovuto subire dal sacerdote. Alcuni stralci delle dichiarazioni sono contenute nell’ ordinanza di custodia cautelare richiesta dal pm Milto Stefano De Nozza e disposta dal gip Maurizio Saso. Secondo quanto raccontato, le violenze avvenivano al termine degli incontri di catechismo «almeno due volte alla settimana». Il bambino faceva il chierichetto. Il parroco, stando sempre al racconto del ragazzino che all’ epoca dei fatti aveva 8 anni, acquisito nella forma dell’ incidente probatorio, gli diceva che doveva «stare tranquillo» perché tutto ciò che faceva con lui «era per opera di Dio e che quello era solamente amore che voleva ricevere».
Quello condotto in carcere stamattina, Francesco Caramia, è il terzo prete arrestato per pedofilia nell’arco di poco più di anno nel Brindisino. Nel maggio del 2015 a finire ai domiciliari per atti sessuali su due chierichetti fu don Giampiero Peschiulli, ex parroco della chiesa di Santa Lucia, a Brindisi. Peschiulli è stato processato con rito abbreviato ed è stato condannato a 3 anni e 8 mesi di reclusione. Nel novembre dello stesso anno è stato arrestato in flagranza e posto ai domiciliari Franco Legrottaglie, sacerdote di Ostuni (Brindisi), di 67 anni, all’interno del cui computer fu trovato materiale pedopornografico. Anche lui ha scelto la via del processo con rito abbreviato, è stato condannato in primo grado a quattro anni di reclusione. Legrottaglie, era già finito a processo agli inizi degli anni 2000 per una vicenda del 1991, un episodio qualificato come «atti di libidine violenta» per cui gli fu comminata una pena di un anno e dieci mesi, sentenza passata in giudicato. Aveva abusato di due ragazzine. Nel 2010 era stato designato quale cappellano dell’ospedale Perrino di Brindisi, incarico cessato poi tra le polemiche. Il vescovo della diocesi Brindisi – Ostuni, mons. Domenico Caliandro, ha assunto provvedimenti nei confronti di tutti e tre i sacerdoti, allontanandoli dalle loro parrocchie o privandoli della possibilità di celebrare funzioni e somministrare i sacramenti.