Il pluriarrestato Antonino e le sue lezioni di moralità su Facebook

Il pluriarrestato ex sindaco di Brindisi, Giovanni Antonino, smaltita la smania di tornare in politica e protagonista (e forse in parte responsabile) della sconfitta elettorale di Nando Marino, da lui pubblicamente sostenuto, nelle ultime amministrative, sembra essersene inventata un’altra: si è autoproclamato moralizzatore della politica brindisina e quotidianamente dalla sua pagina Facebook si arrampica in valutazioni sull’onestà e la trasparenza. Altrui, ovviamente.
La cosa sarebbe alquanto singolare e inquietante, ma forse meno grave, se Antonino rivolgesse le “lezioni” di onestà all’intero apparato politico. Ma evidentemente, non avendo ancora digerito la sconfitta elettorale del suo candidato Marino, l’ex sindaco arrestato per tre volte per tangenti lancia i suoi strali solo e sempre sull’attuale sindaca, Angela Carluccio.
Anche qui c’è qualcosa che Antonino non ha digerito. Nella prima parte della campagna elettorale egli aveva tentato di avvicinarsi alla Grande coalizione che sosteneva l’avvocata brindisina, supportando il Partito repubblicano e il suo amico Antonio D’Autilia (persona per altro integerrima). Quando, pubblicamente, la Carluccio, oltre a Massimo Ferrarese e Raffaele Fitto, avevano dichiarato di non voler neanche sentir parlare di Antonino e di non volere i suoi voti, l’ex sindaco aveva fatto le valigie e il Pri era emigrato sul versante di Marino, senza per altro che Michele Emiliano, così attento alla liceità delle sue liste, battesse ciglio.
Ma il contributo di Antonino, ormai abbandonato da anni dai suoi fedelissimi, non solo non è servito a Marino a vincere ma forse ha fatto anche allontanare potenziali elettori.
Così oggi l’ex sindaco pluriarrestato fa appello alle sue risicate truppe cammellate di Facebook cercando consensi con quasi quotidiani attacchi sulla moralità della Carluccio.
Un atteggiamento singolare visto che la sindaca non ha sul suo curriculum neanche una multa, mentre Antonino ha tre arresti (il primo il 9 ottobre 2003 per concussione e truffa), gli altri negli anni successivi, oltre a svariati procedimenti penali.
Senza dimenticare che Antonino è stato condannato a risarcire 2 milioni di euro per danno all’immagine del Comune di Brindisi che, per tutelarsi, nel 2013 ha pignorato i suoi beni.
La foto che vedete in questa pagina è relativa al momento del secondo arresto, ma la medesima scena era già avvenuta alcuni mesi prima e si sarebbe ripetuta poco tempo dopo.
Ora posto che ognuno ha diritto di cercare un riscatto, Antonino fa bene a sbizzarrirsi su Facebook e a tentare di consolarsi con i like, molto più semplici da ottenere per lui rispetto ai voti. Ma sarebbe opportuno che dissertasse di sport, di vela, di botanica e lasciasse perdere le valutazioni sulla moralità altrui. Su questo farebbe bene a tacere. E per sempre.