“Sono soddisfatto perché dal sospetto si è passati ad analizzare i fatti. Molte delle considerazioni già svolte nella memoria che avevo depositato in Prefettura quando c’era la commissione d’accesso sono state riprese dalla Corte d’Appello: ciò significa che lo scioglimento del consiglio comunale, con un ascolto più attento e una altrettanto attenta lettura della documentazione, sarebbe stato evitabilissimo. Una parte della città ha voluto credere alla narrazione della criminalità organizzata che interferiva con la mia amministrazione. La politica ostunese è ancora intossicata da quella decisione assurda che, del resto, ha cambiato gli equilibri. In campagna elettorale la mia sentenza ha scatenato speculazioni orrende e offese pubbliche che non dimentico. Per questo sono grato per i tanti messaggi ricevuti da persone che non hanno mai dubitato della limpidezza del nostro operato”: sono queste le prime parole del già sindaco di Ostuni, l’avvocato Guglielmo Cavallo, all’indomani del provvedimento della Corte D’Appello di Lecce che ha restituito l’agibilità politica a lui e ai due consiglieri comunali Giuseppe Corona e Francesco Beato. Per tutti loro il Tribunale di Brindisi aveva sancito l’incandidabilità a seguito del decreto di scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. La decisione dei giudici leccesi, in completa riforma di quanto deciso dal Tribunale, ha escluso la circostanza che Corona e Beato, i consiglieri ai quali era stato contestato di avere rapporti con la criminalità organizzata, abbiano messo in atto comportamenti tesi a favorire associazioni di tipo mafioso. Inoltre, secondo la Corte, non esistono profili di illegittimità nell’operato dell’amministrazione Cavallo, né riguardo all’appalto di gestione del parcheggio lungo la costa ostunese, né riguardo all’affidamento diretto del servizio di salvataggio bagnanti. Quanto alla questione del parcheggio, era stata contestata l’esiguità della base d’asta per favorire l’aggiudicatario, mentre la Corte ha rilevato che il canone fissato era del tutto sovrapponibile a quello degli anni precedenti. Per ciò che attiene alla questione bagnini, i giudici di secondo grado hanno giustificato le ragioni di urgenza che hanno portato all’affidamento diretto, non riscontrando alcuna irregolarità rispetto alla gara posta in essere l’anno successivo. La Corte ha altresì rilevato l’eccezionalità dei controlli antimafia durante l’amministrazione Cavallo: mai così tanti come nel periodo 2019-2021.
La soddisfazione per la decisione della Corte non stempera del tutto l’amarezza di Cavallo, attualmente consigliere comunale di opposizione,
“Per iniziativa dell’ex sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi, da qualche tempo, con circa 200 amministratori comunali colpiti dallo scioglimento conseguente a fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso, abbiamo creato una rete che ci consente di scambiare le esperienze e le opinioni su quanto ci è accaduto. Più che la voglia di sfogare la propria rabbia per quella che per tanti è stata un’ingiustizia, ci muove la volontà di mostrare il nostro senso di appartenenza alle istituzioni fornendo la nostra collaborazione perché si riformi la norma (cioè l’articolo 143 del Testo Unico degli Enti Locali) e il procedimento previsto sia condotto nel terreno del diritto e non sia lasciato all’arbitrio e al sospetto come oggi. Vorremmo sinceramente evitare ad altri sindaci e amministratori il calvario vissuto da noi. Si è tenuta a Napoli la prima riunione organizzativa, ce ne saranno altre per costituire formalmente un’associazione. Anche questo è fare politica”, conclude Cavallo.
- Marina Poci