Allarme a Guaceto: aumentano le tartarughe marine uccise dalle reti delle cozze

La crescente presenza di microplastiche, derivanti dalla disgregazione degli oggetti che la gente butta in mare sta uccidendo la vita sottomarina, entrando nei loro organismi, danneggia i pesci e di conseguenza anche gli umani che di questi si nutrono.
L’Arpa Puglia ha scoperto attraverso uno studio condotto sulle nostre coste che il materiale attualmente utilizzato per l’allevamento dei mitili rappresenta uno dei rifiuti plastici più frequenti sulle spiagge e sui fondali pugliesi.
Tutto ciò ormai è talmente risaputo che è diventato letteratura, ciò che ci preoccupa oggi è l’impennata della presenza di frammenti delle reti da allevamento di mitili nelle acque antistanti l’Area Marina Protetta di Torre Guaceto.
Nel corso dell’ultima giornata dedicata alla pulizia delle spiagge “Puliamo il mondo”, i volontari hanno raccolto dalla sabbia uno straordinario numero di frammenti di reti, non era mai accaduto di trovarne così tanti.
Non solo, nell’ultimo periodo, il Consorzio di Gestione ha registrato un’impennata dei recuperi di tartarughe marine che rischiavano di morire in mare perché strette nella morsa di queste reti o perché a causa del loro ingerimento rischiavano la morte per soffocamento. Ingestione che avviene perché gli esemplari vengono attratti dalle reti per via della presenza dei mitili che vi rimangono attaccati.
Solo nell’ultima settimana sono due gli esemplari soccorsi in mare e ricoverati presso il Centro Recupero “Luigi Cantoro” dell’area protetta.
Questi animali ora sono sottoposti a tutte le cure delle quali hanno bisogno, ma nel frattempo quanti dei loro simili stanno morendo in mare a causa di queste reti?
L’emergenza obbliga alla riflessione e ci mette nelle condizioni di sentire l’urgenza di intervenire per cercare di porre un freno ai casi di dispersione in mare di questi pericolosi rifiuti.
E’ doveroso intervenire subito, ne va della sopravvivenza del nostro mare.
Come da prassi, il Consorzio di Gestione di Torre Guaceto ha segnalato i recuperi delle tartarughe in difficoltà all’ente deputato al controllo dei mari, la Capitaneria di Porto, ed ha inoltre richiesto di verificare l’eventuale interferenza tra esemplari di Caretta caretta, i quali vengono sempre con maggiore frequenza avvistati finanche nel porto di Brindisi, ed eventuali impianti di miticoltura presenti nella stesso specchio acqueo.