Anziani e disabili senza fisiatra da mesi: calvario per tanti pazienti

di Doriana Calò per il7 Magazine

Sono mesi, per la precisione da agosto 2021, che i cittadini sammichelani aventi diritto ai servizi di Assistenza domiciliare (SAD) e integrata (ADI) non hanno più questa possibilità a causa di una sospensione del servizio da parte dell’Asl. Ricordiamo che le prestazioni, rivolte ad anziani e disabili non autosufficienti, sono realizzate direttamente nell’abitazione del richiedente al fine di garantire alle persone di restare nel proprio ambiente domestico.
Tutto questo è dato dalla mancanza presso il comune di San Michele Salentino, della figura del Fisiatra – un medico specializzato nella diagnosi e nel trattamento esclusivamente conservativo delle patologie e degli infortuni che possono interessare l’apparato locomotore e/o i nervi periferici; in termini pratici affronta le condizioni dell’apparato muscolo-scheletrico e del sistema nervoso periferico e le loro varie conseguenze, ricorrendo a rimedi non chirurgici quali la fisioterapia, la ginnastica posturale, l’ablazione a radiofrequenza, i farmaci e l’uso di tutori – che dovrebbe, oltre alle mansioni citate, autorizzare il rinnovo del piano terapeutico (che può essere ogni due mesi, quattro mesi, ogni sei mesi) e senza il quale nessuno dei pazienti può usufruire della fisioterapia o di qualsiasi ausilio riabilitativo o di altre visite con specialisti del settore.
Possibile che nel frattempo, per ottemperare a questa mancanza, non si sia pensato di – in via subordinata ed eccezionale – individuare un ufficio/collocazione presso un altro ente territoriale dove i cittadini con disabilità e i familiari di San Michele possano rivolgersi affinché il Fisiatra possa autorizzare il trattamento?
Abbiamo ascoltato una rappresentanza delle persone affette da disabilità fisica e dei loro familiari, presenti sul territorio di San Michele Salentino – una giovane donna che dall’età di sedici anni è costretta su una sedia a rotelle per una malattia rara di tipo degenerativo; la signora Mariella che ha la madre affetta da sclerosi multipla; una donna, professionista e figlia di un padre affetto da SLA e la signora Masietta moglie di Giuseppe – un bravissimo e conosciutissimo falegname – 59 anni, anche lui affetto da sclerosi multipla da circa 10 anni che, oltre alle sedute di fisioterapia seguiva anche quelle con la logopedista per il mantenimento delle funzionalità residue. A loro, come agli altri disabili del paese, questo servizio è stato sospeso per via del mancato rinnovo del piano terapeutico e, purtroppo, il lavoro e lo sforzo fatto in quei mesi nel cercare di recuperare piuttosto che mantenere le funzionalità residue presenti per una migliore qualità della vita – e sappiamo benissimo quanto sia lungo e faticoso il percorso – perdere tutti i progressi fatti è molto più facile.
Molti si sono rivolti alle cooperative appaltatrici che erogano questo servizio, sentendosi dire che loro non possono fare nulla a riguardo in quanto la domanda per l’assistenza domiciliare a loro arriva attraverso l’Asl sulla base delle valutazioni degli esperti; altri invece si sono recati presso altri ambiti territoriali e gli è stato detto che se il disabile lascia il proprio domicilio per recarsi a fare la visita in altri territori perde il diritto all’assistenza domiciliare; altri ancora hanno pensato di provvedere privatamente ma il costo da sostenere è elevato, ma soprattutto se per diritto spetta un servizio perché pagarlo?
Un’altra cosa che lascia perplessi è come sia possibile effettuare il rinnovo del trattamento farmacologico e/o riabilitativo, per l’ausilio di attrezzature piuttosto che del sostentamento alimentare – come nel caso del signore affetto da SLA, dove la figlia ogni 2/3 mesi deve recarsi presso il presidio ospedaliero “A. Perrino” per il rinnovo del piano alimentare che è un bene primario – ogni due massimo quattro mesi, quando davanti si ha un quadro patologico purtroppo degenerativo.
È necessario che l’Asl di Brindisi riesca a far fronte, quanto prima, a questo disservizio perché umanamente parlando queste persone – come da loro richiesto – hanno diritto e bisogno del loro piano terapeutico assistenziale domiciliare. La figura del fisioterapista per il paziente non è solo un beneficio a livello fisico attraverso l’elaborazione degli interventi diretti alla cura e riabilitazione delle disfunzioni nelle aree della motricità, ma anche e soprattutto un rimedio a livello psicologico in quanto già il fatto stesso di prepararsi alle sedute di fisioterapia (di solito un’ora quattro volte la settimana) scandisce le giornate, rompe la routine quotidiana e migliora l’umore degli stessi.
Per non parlare dei familiari, che in quelle sedute sono consapevoli di lasciare i propri cari in mano a degli esperti e possono anche loro ritagliarsi del tempo.