Beni per un valore complessivo di un milione di euro, riconducibili a due soggetti appartenenti alla criminalità organizzata pugliese, sono stati sottoposti a sequestro antimafia su proposta formulata congiuntamente dal Procuratore della Repubblica e dal Questore di Bari. Il provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca è stato emesso dal Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione di Bari.
Il provvedimento riguarda il sequestro di una impresa individuale, due società (attive nel settore alimentare e dell’estetica), due fabbricati, tre autoveicoli e numerosi rapporti finanziari, riconducibili direttamente o indirettamente a due soggetti già condannati in via definitiva per associazione mafiosa e per associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti.
Le indagini hanno consentito di ricostruire la pericolosità sociale dei proposti lungo un arco temporale che abbraccia oltre un ventennio sino ad arrivare ai nostri giorni, alla luce della persistente operatività del clan mafioso Parisi – Palermiti, in seno al quale essi rivestono un ruolo di primo piano.
Sono state accertate molteplici iniziative imprenditoriali e investimenti nel settore immobiliare, effettuate dai proposti utilizzando denaro proveniente dalla commercializzazione della droga e dalle altre attività illecite commesse dalla consorteria mafiosa.
Il metodo utilizzato per nascondere gli ingenti guadagni provenienti dalle attività illecite consisteva nell’utilizzo di una folta schiera di prestanome, cui venivano formalmente intestati i beni immobili o le attività commerciali, in cambio di un compenso.
Ciò ha permesso ai destinatari del provvedimento di sequestro di acquisire, progressivamente, una posizione di primo piano nella mappatura commerciale dell’area del quartiere Japigia di Bari.
Il tutto a fronte di una complessiva situazione reddituale “dichiarata” di natura modesta o addirittura inadeguata, in alcuni casi, anche al semplice soddisfacimento delle primarie esigenze quotidiane personali e dei rispettivi nuclei familiari.