Bagnato, storia di un imprenditore vincente

di Giovanni Membola per il7 Magazine

Un padre di famiglia, un imprenditore che non ha mai perso l’energia vitale e quella speciale dinamicità del fare e del creare. La storia di Luigi Bagnato è quella di un uomo partito dal nulla che, gradino dopo gradino, con caparbietà, costanza e forte determinazione, è salito sulla scala del successo per diventare un formidabile imprenditore edile e titolare di una riconosciuta impresa di costruzioni. La sua è una valida testimonianza di un grande amore nei confronti del lavoro e soprattutto della vita.

Gino Bagnato nasce nel 1941 a Ugento. La sua famiglia di contadini si rifugia nel piccolo centro salentino per fuggire dai bombardamenti aerei che affliggono Brindisi durante il secondo conflitto mondiale, una guerra che gli porta via perfino il padre, due anni dopo. Un’infanzia segnata dalla mancanza di una figura di riferimento e dai sacrifici di una madre per garantire una quotidianità dignitosa. A soli dieci anni è costretto a lavorare, sceglie il mondo dell’edilizia e da apprendista fa l’operaio nelle costruzioni civili, un mestiere duro e faticoso, esposto a tanti rischi, all’epoca molto più di adesso. I meriti e le sue speciali capacità, manuali e organizzative, gli permettono di diventare ben presto capomastro nei cantieri di grosse e importanti società di costruzioni, come Iba e Fincosit, una qualifica di grande responsabilità che ha saputo sfruttare curando scrupolosamente l’esecuzione di tante opere ed interventi edilizi all’interno dello stabilimento Montecatini, sul molo di Costa Morena e persino a Riad, in Arabia Saudita, dove è rimasto a lavorare, per oltre un anno, nel caldo impervio del deserto. Tutte esperienze che nel corso degli anni hanno formato e temprato la professionalità e l’animo di colui che sarebbe presto diventato uno dei più noti costruttori della nostra città.

Gino Bagnato con le tre figlie

 

Nel 1979, infatti, con grande intuito e coraggio inizia la sua carriera di costruttore in proprio aprendo la nota ditta individuale, ancora oggi operativa, pienamente consapevole dei rischi e delle difficoltà che la scelta impone. Ma affianco a lui c’è Rosanna Galluzzo, una moglie eccezionale che lo sostiene e lo consiglia al meglio da quasi sessant’anni, sempre pronta a incoraggiarlo anche nei momenti di difficoltà che normalmente si presentano lungo la strada della vita e nella professione. Nei primi anni la ditta Bagnato lavora in subappalto, realizza lo stabile dell’ex Banca del Salento, poi tra il 1981 e l’82 avvia l’attività di impresa esecutrice di costruzioni pubbliche e private, civili ed industriali, di ogni tipologia e dimensione. Col tempo le richieste nei vari settori dell’edilizia aumentano, è una sfida continua. Gino non si tira mai indietro, anzi, va sempre incontro al rinnovamento consapevole delle nuove opportunità. Amplia il numero delle maestranze, ne cura la formazione professionale, onorando i contratti e le regole del lavoro.

“I miei operai sono ‘sacri’, vanno sempre rispettati – ci tiene a precisare – sono tutte persone che meritano la mia fiducia, compresi i cottimisti, perché dimostrano ogni giorno una grande professionalità”. Complessivamente nella sua azienda oggi lavorano circa settanta persone, per loro è come un padre, pronto a dispensare consigli operativi e ad andare incontro ad ogni esigenza personale. “Papà è un grande esempio di vita, e non solo per noi figli” afferma Mimmo, che insieme a Gianfranco (entrambi sono titolari di una loro impresa) e alle sorelle Antonella e Paola, collaborano da sempre nella ditta di famiglia (l’altra sorella Anna vive e lavora a Lecce, dove si occupa di ristorazione). Da qualche settimana anche il nipote Francesco ha deciso di iniziare in proprio l’attività edilizia, insieme al fratello Luigi rappresentano la terza generazione della Bagnato costruzioni. I due giovani hanno il compito non facile di custodire e far progredire l’avviata tradizione lavorativa, ma non mancano di capacità e senso del dovere.
Sono una famiglia molto unita, lo si nota appena entrati negli uffici di via Taranto dove si rimane subito impressionati dall’armonia e dal clima gioviale che lì regnano sovrane. “I nostri genitori ci hanno trasmesso questi valori speciali, oltre all’educazione e al modo di pensare sempre in positivo. Dobbiamo credere in ciò che facciamo per non fermarci mai e trovare continuamente nuovi stimoli”.

Sulla scrivania di Gino Bagnato ci sono i progetti delle prossime costruzioni, appartamenti e bellissime ville singole, praticamente tutte vendute ancor prima di essere completate o persino iniziate. “Ci capita spesso, e ci dispiace, di non riuscire ad accontentare tutti i nostri clienti. Siamo consapevoli che sono tutte occasioni di crescita, e se vissute con la curiosità di chi non si sente arrivato, possono permettere ulteriori conquiste anche in ambiti diversi. Tutto questo ci spinge di volta in volta verso obiettivi più grandi e ambiziosi”.
In questi anni hanno costruito ben cinquemila alloggi, oltre a capannoni, uffici e persino caserme militari, vincendo gare di appalto con diversi enti pubblici anche fuori dai confini provinciali. L’edificio che più degli altri è rimasto nel cuore di “mestru” Gino è certamente Palazzo Bagnato, in via Carmine, interamente ristrutturato utilizzando solo materiali di pregio. “La qualità del nostro intervento di riqualificazione è stata riconosciuta da importanti riviste di architettura, un impegno economico notevole e senza margini di guadagno – racconta – ma volevo lasciare un segno e riportare in vita uno dei più antichi palazzi della città, a cui ho voluto dare il mio nome. In un primo momento doveva essere la mia ultima realizzazione, poi ho deciso di proseguire con l’attività edilizia e continuo a farlo ancora oggi, sempre con la stessa passione”.

L’imprenditore con i figli Paola, Mimmo, Antonella e il nipote Francesco,

Infatti, nonostante i suoi 82 anni, ogni mattina, puntuale alle cinque, dopo il primo caffè preso al bar con i figli, inizia il suo solito giro nei vari cantieri in città e nella regione. Con l’auto percorre mediamente circa duecento km al giorno, mantenendo inalterato lo spirito infaticabile e la dinamicità che lo contraddistingue da sempre. “Il suo grande attivismo è contagioso – dicono i figli – oltre ad essere uno dei custodi dell’arte edile, è una persona altruista, di grande generosità. Ha investito per anni, e tanto, anche in ambito sportivo, sia nelle sponsorizzazioni che entrando a far parte delle principali società di calcio e di basket locali”. Chi lo conosce sa che è anche un uomo sensibile e passionale, si emoziona ancora quando si completa la costruzione di un palazzo e vengono consegnate le chiavi dei nuovi appartamenti, “è uno dei momenti emotivamente più belli, perché si genera una gioia speciale, in tutti”.

Quando si prova a chiedere a Gino Bagnato il segreto di tanto successo, lui non ha dubbi: “l’importante è fare le cose per bene, così si fanno una sola volta; se invece le fai male, devi lavorare il doppio. È per questo che non abbiamo mai dovuto affrontare una causa giudiziaria per una contestazione, sia da enti che dai privati, un risultato che ci riempie di orgoglio. Ovviamente oltre alla competenza è necessario anche un briciolo di fortuna, il cosiddetto ‘fattore C’ è determinante sia nella vita che nel lavoro”.