Bari, carcere minorile: tre giorni consecutivi di disordini, trasferiti 6 detenuti

Terzo giorno consecutivo di disordini, ieri 4 settembre, presso l’istituto detentivo minorile Fornelli di Bari: lo ha comunicato il segretario generale del Cosp e presidente del Conaip, Domenico Mastrulli, precisando che in servizio, al momento in cui i detenuti avrebbero “danneggiato l’interno delle celle e appiccato il fuoco ad alcuni materassi”, c’erano “solo tre agenti, un uomo e due donne”.
Nei giorni precedenti, per placare le risse scoppiate tra diverse fazioni di detenuti, alcuni poliziotti penitenziari sono stati colpiti con schiaffi e calci e, nel pomeriggio del 3 settembre, sono intervenuti addirittura agenti in tenuta antisommossa dalla vicina casa circondariale.
Nel frattempo, il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità ha comunicato che i sei minori stranieri responsabili della prima rissa che si è scatenata nei giorni scorsi sono stati trasferiti oggi presso gli istituti di Napoli – Nisida e Airola. Ringraziamento è stato espresso nei confronti degli agenti di Polizia Penitenziaria in servizio, che hanno sventato il tentativo di uno dei minori di incendiare un sedile del mezzo sui cui viaggiava, sequestrando l’accendino utilizzato e consentendo di concludere con successo il trasferimento.
A proposito di quanto accaduto al Fornelli, Federico Pilagatti, segretario nazionale del sindacato della Polizia Penitenziaria SAPPE, ha parlato di “completo fallimento del sistema carcerario, compreso quello minorile” che costa ai “contribuenti italiani decine e decine di milioni di euro”. Pilagatti ha poi sottolineato che “le strutture minorili sono anche diventate scuole di criminalità per scelte scellerate”, e che nell’istituto di Bari “la tensione resta sempre molto alta”. Il segretario chiede per i detenuti che creano tensioni “l’applicazione del carcere più duro senza benefici e in sezioni particolari per un periodo fino a sei mesi”, sollecitando “una riflessione seria sulla gestione e sulla conduzione delle strutture per minori in Italia”, che, secondo la sua opinione, sarebbero andate “completamente in default” per “l’arrivo di un numero massiccio di stranieri”.
“Le disposizioni in vigore – continua Pilagatti- prevedono che i detenuti debbano essere divisi per fasce di età, ma il sovraffollamento nella struttura per minori di Bari, per esempio, non lo permette, per cui i 24 ragazzi che vanno dai 14 ai 17 anni stanno insieme ai 10 maggiorenni che arrivano a 24 anni e che, nella stragrande maggioranza dei casi, hanno già una carriera delinquenziale”.
“Fino a quando un solo adulto sarà presente nei penitenziari per minori – conclude il segretario – non ci sarà legalità e i ragazzi rimarranno ostaggi degli adulti che potranno continuare indisturbati a formare i più giovani che verranno utilizzati come manovalanza”.
Marina Poci
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