Bari: funerali in forma privata per il boss Capriati, stallo sulle indagini

Ieri mattina, 5 aprile, presso il cimitero di Bari, si sono svolti in forma rigorosamente privata, e sotto la stretta sorveglianza delle forze dell’ordine, i funerali di Raffaele (“Lello”) Capriati, il pregiudicato 41enne (nipote di Antonio, lo storico boss di Bari Vecchia) ucciso con quattro colpi di pistola nella serata di Pasquetta a Torre a Mare: si trovava a bordo di un’auto insieme ad una donna, sua coetanea, che ha chiamato i soccorsi ed è scappata con lo stesso veicolo poco dopo l’arrivo dei sanitari del 118.
Rintracciata dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Bari, non ha però fornito dettagli utili alla ricostruzione della dinamica dell’agguato, né all’identificazione del (o dei) killer.
Le poche informazioni che sono trapelate riguardo all’autopsia confermerebbero la natura mafiosa dell’omicidio: su quattro colpi, tre sono stati esplosi contro il volto, chiaro segno dell’intenzione di cancellare l’identità della vittima, e uno alla spalla.
Nessuna novità, al momento, sul movente dell’omicidio, anche se le ipotesi più plausibili sembrano due: quella del regolamento di conti con gli Strisciuglio, successivo all’agguato avvenuto pochi giorni prima a Carbonara, dove si era consumato uno scontro tra i giovani emergenti dei due clan; oppure quella della prova di forza degli Strisciuglio stessi, per dare un segnale inequivocabile della propria volontà di estendere i confini del territorio controllato, approfittando della momentanea debolezza dei Capriati, che hanno perso il sostegno del clan Palermiti-Parisi, decimato da Codice Interno (l’inchiesta della DDA barese sullo scambio elettorale politico-mafioso in occasione delle elezioni amministrative del 2019).
Lello Capriati aveva scontato 17 anni di reclusione per l’omicidio di Michele Fazio (il 15enne vittima innocente di mafia, ucciso per uno scambio di persona nei vicoli di Bari Vecchia a luglio 2001, mentre tornava da lavoro) e per associazione mafiosa: quando fu scarcerato, il suo rientro nel quartiere fu accolto con fuochi d’artificio. Viveva in regime di sorveglianza speciale, con obbligo di dimorare nel territorio di Bari e tornare a casa entro le 22. Gli investigatori ritengono che, dopo l’arresto del fratello Filippo e l’omicidio dell’altro fratello Domenico (ucciso in una sparatoria nel 2018), fosse Lello il reggente del clan Capriati.
Marina Poci
Senza Colonne è su Whatsapp. E’ sufficiente cliccare qui  per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati
Ed è anche su Telegram: per iscriverti al nostro canale clicca qui