Bari, microcellulare nel carcere minorile: detenuto sorpreso a telefonare in bagno

Nei giorni scorsi un detenuto 24enne dell’istituto di detenzione minorile Fornelli di Bari è stato sorpreso nel vano bagno della sua cella da alcuni agenti di Polizia Penitenziaria mentre telefonava con un microcellulare, che alla vista dei poliziotti ha tentato di nascondere in una mano: il giovane, figlio di un capo storico di un clan barese, si trova al Fornelli per reati contro la persona e contro il patrimonio.
A renderlo noto è stato Mimmo Mastrulli, presidente del COSP, sindacato che fa parte della Confederazione autonoma italiana polizia penitenziaria.
L’apparecchio è stato sequestrato, mentre il sindacato chiede una “maggiore attenzione” per l’istituto di pena minorile dove “continuano a registrarsi proteste anche se in forma minore rispetto ai giorni scorsi”.
Non deve sorprendere che un 24enne sia detenuto in un istituto minorile: la legge numero 117 del 2014 ha infatti innalzato dai 21 ai 25 anni l’età di permanenza all’interno del circuito penale minorile per quei giovani che hanno commesso un reato prima del compimento della maggiore età. La normativa, oggetto di censura da più parti, mira evidentemente al recupero dei giovani adulti, che potrebbe risultare più difficoltoso nel caso in cui le condanne fossero scontate nel circuito ordinario, per via dell’influenza che detenuti più avvezzi al crimine potrebbero avere sui più giovani. D’altra parte, la questione si pone negli stessi termini per i detenuti sino a 24 anni, che potrebbero esercitare un pericoloso ascendente su ragazzi più piccoli.
Marina Poci
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