Bimbo brindisino portato in Kazakistan dalla madre: esposto contro Ministeri Esteri e Giustizia

Giovanni Bocci, padre di Adelio, il bambino figlio di un brindisino e di una cittadina del Kazakistan, da quest’ultima portato nel suo Paese dieci anni fa e mai tornato in Italia, ha presentato un esposto presso la Procura della Repubblica di Roma contro il Ministero della Giustizia e il Ministero degli Esteri affinché sia verificato se effettivamente, da parte loro, sia stato fatto il possibile a tutela del minore: l’iniziativa è stata annunciata questa mattina nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Brindisi con la partecipazione della zia del bambino, Elsa Bocci, i legali Pierluigi Vicidomini e Pierluigi Morena, e la presidente dell’associazione Penelope Puglia, che riunisce famigliari e amici di persone scomparse.
L’esposto riguarda le ipotesi di sottrazione di minore, omesso ricongiungimento col padre, omessa incarcerazione della madre di Adelio, condannata a complessivi tre anni di reclusione, e rifiuto di atti di ufficio.
“È una vicenda incredibile che tocca un bambino italiano che meritava una tutela e una protezione sicuramente diverse da parte anche della Repubblica italiana”, hanno dichiarato gli avvocati, aggiungendo che, nel caso di specie “non ha trovato applicazione la convenzione dell’Aja sulla sottrazione internazionale di minori” e non è stata nemmeno data esecuzione a una sentenza del tribunale kazako che disciplina il rapporto tra il minore e il padre, un rapporto che in realtà non è garantito perché le prescrizioni in essa contenute non sono osservate dalla famiglia kazaka e dalla madre.
Adelio, che adesso ha dodici anni, quando ne aveva poco più di due fu rapito e portato in Kazakistan, dov’è attualmente trattenuto: vive con la nonna materna, è regolarmente registrato all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) e di tanto in tanto vede il padre in videochiamata.
Con sentenza del Tribunale di Brindisi, la madre di Adelio è stata dichiarata decaduta dalla potestà genitoriale: malgrado ciò, le autorità kazake non collaborano con il Governo italiano al fine di agevolare il regolare diritto di visita del padre Giovanni, che anche nella ex repubblica sovietica è riconosciuto. “La madre di Adelio è stata condannata a un totale di tre anni di reclusione con conseguente sospensione della responsabilità genitoriale: sentenze mai applicate, un’inerzia da parte dei Ministeri che oggi denunciamo”, hanno concluso i legali.
Marina Poci